Recensione! Gli effetti secondari dei sogni, D. De Vigan
Bentornati! Finalmente una nuova recensione! E' passato un po' di tempo perchè l'ultimo semestre di lezioni è iniziato e mi sembra di avere sempre più cose da fare (e la parte migliore è che non ho ancora iniziato a scrivere la tesi).
Gli effetti secondari dei sogni, Delphine De Vigan
Traduzione di: Marco Bellini
Titolo originale: No et moi
Anno: 2008
Casa editrice: Mondadori
Trama: Lou Bertignac ha tredici anni: la sua famiglia, dalla depressione della madre, vive in un silenzio opprimente, mentre a scuola le sue grandi capacità l'hanno portata in una classe avanzata, piena di studenti più grandi che non hanno nulla a che spartire con lei. Nolween, diciannovenne, ha un passato che non può essere raccontato, e vive ora alla stazione di Austerlitz, evitando il contatto con chiunque. Due ragazze totalmente sole, completamente diverse ma destinate, in qualche modo, a riconoscersi fra la folla parigina. Un'amicizia che nascerà lentamente, ma che arriverà a cambiare il mondo delle due protagoniste. La vicenda, drammatica, di due vite destinate a intrecciarsi e, se non a salvarsi, almeno a trovare nuove speranze.
Recensione: Questo libro è stato originale per me per due motivi: è scritto da un'autrice francese e io non leggo molti libri di autori francesi ma soprattutto il tema affrontato era davvero insolito. Il libro è scritto dal punto di vista di Lou che ha solo 13 anni e vede il mondo in un modo tutto suo. Lei si fa carico della vita di No che è una giovane senzatetto, nonostante la giovanissima età e la sua ingenuità ed innocenza, che rendono il libro molto più fluido in qualche modo. Leggendolo mi sembrava di scoprire il mondo con lei: nonostante fosse una ragazza molto intelligente, sembrava che tutto fosse pronto a stupirla. E' un libro che fa riflettere tanto e non solo sulla situazione dei senzatetto ma soprattutto, o almeno per me, su ciò che noi potremmo fare per gli altri. Per me la solidarietà è uno degli elementi fondamentali per una vita soddisfacente quindi questo tema e il modo in cui l'autrice sceglie di affrontarlo (ovvero dal punto di vista di una giovane ragazza, con un cervello troppo maturo rispetto al resto del corpo e con tanto dolore) hanno davvero colpito sul vivo. Ho adorato il rapporto tra Lou e No, la necessità della prima di prendersi cura della seconda e la necessità di No di ricevere queste attenzioni. Vi è anche un altro personaggio che ritengo secondario e che ha un ruolo minimo, ovvero Lucas, che è la prima cotta di Lou ma anche uno dei suoi pochi amici assieme a No. Il romanzo in certi punti sembra essere scritto con il flusso di coscienza e risulta a tratti confusionario ma non troppo, infatti penso che fosse molto poetico e il tutto fa risultare Lou effettivamente più matura di quanto non sia. Ho fotografato diverse parti di questo libro ma se avessi potuto, avrei segnato davvero un sacco di citazioni sul mio quadernino. E' stata una scoperta piacevole e sono felice di averlo letto.
Voto finale: 4/5
Gli effetti secondari dei sogni, Delphine De Vigan
Traduzione di: Marco Bellini
Titolo originale: No et moi
Anno: 2008
Casa editrice: Mondadori
Trama: Lou Bertignac ha tredici anni: la sua famiglia, dalla depressione della madre, vive in un silenzio opprimente, mentre a scuola le sue grandi capacità l'hanno portata in una classe avanzata, piena di studenti più grandi che non hanno nulla a che spartire con lei. Nolween, diciannovenne, ha un passato che non può essere raccontato, e vive ora alla stazione di Austerlitz, evitando il contatto con chiunque. Due ragazze totalmente sole, completamente diverse ma destinate, in qualche modo, a riconoscersi fra la folla parigina. Un'amicizia che nascerà lentamente, ma che arriverà a cambiare il mondo delle due protagoniste. La vicenda, drammatica, di due vite destinate a intrecciarsi e, se non a salvarsi, almeno a trovare nuove speranze.
Recensione: Questo libro è stato originale per me per due motivi: è scritto da un'autrice francese e io non leggo molti libri di autori francesi ma soprattutto il tema affrontato era davvero insolito. Il libro è scritto dal punto di vista di Lou che ha solo 13 anni e vede il mondo in un modo tutto suo. Lei si fa carico della vita di No che è una giovane senzatetto, nonostante la giovanissima età e la sua ingenuità ed innocenza, che rendono il libro molto più fluido in qualche modo. Leggendolo mi sembrava di scoprire il mondo con lei: nonostante fosse una ragazza molto intelligente, sembrava che tutto fosse pronto a stupirla. E' un libro che fa riflettere tanto e non solo sulla situazione dei senzatetto ma soprattutto, o almeno per me, su ciò che noi potremmo fare per gli altri. Per me la solidarietà è uno degli elementi fondamentali per una vita soddisfacente quindi questo tema e il modo in cui l'autrice sceglie di affrontarlo (ovvero dal punto di vista di una giovane ragazza, con un cervello troppo maturo rispetto al resto del corpo e con tanto dolore) hanno davvero colpito sul vivo. Ho adorato il rapporto tra Lou e No, la necessità della prima di prendersi cura della seconda e la necessità di No di ricevere queste attenzioni. Vi è anche un altro personaggio che ritengo secondario e che ha un ruolo minimo, ovvero Lucas, che è la prima cotta di Lou ma anche uno dei suoi pochi amici assieme a No. Il romanzo in certi punti sembra essere scritto con il flusso di coscienza e risulta a tratti confusionario ma non troppo, infatti penso che fosse molto poetico e il tutto fa risultare Lou effettivamente più matura di quanto non sia. Ho fotografato diverse parti di questo libro ma se avessi potuto, avrei segnato davvero un sacco di citazioni sul mio quadernino. E' stata una scoperta piacevole e sono felice di averlo letto.
Voto finale: 4/5
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