Recensione! The art of not breathing, S. Alexander

Benvenuti o bentornati qui su La mente affilata! Oggi vi parlo di un libro che non è stato tradotto in italiano ma è un YA quindi non è così difficile da leggere (e leggere in lingua è uno dei modi migliori per impararne una).
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The art of not breathing, Sarah Alexander
Anno: 2016
Casa editrice: Usborne
Trama: Un minuto Eddie era lì e il minuto dopo non c'era più. Cinque anni dopo è Elsie ad essersi persa. Tutto ciò che conosce è il dolore che prova, dolore che deriva dal non aver mai ritrovato il corpo di suo fratello gemello Eddie dopo quel giorno in spiaggia.
Poi incontra Tay, sicuro di sè, sfacciato e amante delle immersioni. Lui dice che è troppo pericoloso per lei, troppo buio, troppo spaventoso, troppo profondo ma cosa ne sa lui?
Non sa che quand'è sott'acqua, Elsie non prova dolore per suo fratello. Immergersi le permette di ricordare e di scoprire i segreti di quel giorno, l'unico modo per farla tornare a respirare.
Recensione:Ho comprato questo libro usato su ebay dopo aver trovato la trama su goodreads. Se mi seguite da un po' sapete che una delle mie tematiche preferite su cui informarmi e leggere è l'aver a che fare con il dolore di ogni tipo e la resilienza, ovvero il saper affrontare i traumi. In più amo le storie con i gemelli perchè penso sia una delle relazioni più particolari che esista, quella che hanno loro.
Quindi tutto l'insieme di cose mi ha spinto a leggere questo libro che, tutto sommato non è neanche una storia leggera o stupida. Peccato che non me la sia goduta affatto. Ho avuto così tanti problemi a leggere questo romanzo. Partiamo dai personaggi.
Elsie è la protagonista: all'inizio dice di sentire il gemello dentro di sè e l'ho trovata una cosa molto inquietante ma comprensibile. E' bullizzata perchè non è  magra, non è ricca, è riservata. Nonostante i suoi problemi, non sono riuscita a farmela piacere. L'ho trovata anche stupida talvolta e sì, è vero che il dolore ti fa fare cose stupide, ma l'ho vista come una ragazzina non ingenua ma proprio immatura. Ma passiamo al resto della famiglia.
La madre è depressa, nonostante segua una terapia e il padre sembra molto superficiale ed egoista ma, leggendo a volte ho pensato che fosse una manifestazione del dolore come tante altre. Eddie era il gemello di Elsie, soffriva di un lieve ritardo ma i genitori non l'hanno mai davvero accettato. Poi abbiamo Dillon che è il fratello maggiore. Ed è la parte che lo riguarda che mi ha dato più problemi. Vi anticipo che vi sto spoilerando una cosa ma mi sembra necessario farlo.
Quando Elsie scopre che soffre di anoressia mi sono sentita uno schifo, ho quasi avuto una crisi d'ansia (e non sarebbe la prima volta perchè ne soffro, ho passato un anno in terapia per questo problema). Non mi era mai capitato di sentirmi così per un libro. Mai. Non so, probabilmente il fatto che sia stressata ha inciso tanto ma, da quel momento, non ho più letto il libro con la stessa voglia di prima. Volevo solo finirlo. Ma non per come mi ero sentita, ma perchè il comportamento di Elsie stessa mi ha onestamente fatta arrabbiare e il modo in cui l'autrice tratta la tematica, mi ha disgustata.
In pratica Dillon minaccia Elsie di dire ai suoi che va a fare immersioni di nascosto anche se loro glielo hanno proibito, se lei va a dirgli che lui ha questo problema. E lei prova un pochino ad aiutarlo cercando di obbligarlo a mangiare ma del resto se ne frega. La cosa mi ha fatto proprio ribrezzo e so che in realtà l'autrice cercava solo di dimostrare che se non aiuti prima te stesso, non riuscirai ad aiutare gli altri però non sono riuscita a digerire il fatto che Dillon fosse praticamente abbandonato a se stesso. Non che Elsie non lo fosse ma lei non ha un disturbo di quel tipo. Sta male di sicuro ma il malessere di Dillon non è solo a livello psichico come il suo ma anche fisico e nessuno se n'è accorto, o perlomeno, quelli che se ne accorgono non lo aiutano e sicuramente accade anche nella realtà ma la scrittura fredda dell'autrice non ha aiutato.
Poi ci sono Tay e gli altri ragazzi del club di immersioni. Tay non mi ha detto niente di niente come personaggio. E' un ragazzo come tanti, che fa immersioni, ha lasciato la scuola, fuma anche erba, è un po' trasgressivo (certo, ha i suoi problemi anche lui) e Elsie se ne innamora praticamente subito anche se per me era più disperazione che amore, da come viene descritto.
Gli altri personaggi sono Lara, la ragazza di Dillon che avrei passato il tempo a picchiare, se fosse stata una persona reale; poi abbiamo Ailsa che è la bulla di turno e Franky che è un compagno di scuola di Elsie che in qualche modo prova a diventarle amico perchè, tra i tanti problemi di Elsie c'è quello di non riuscire a socializzare.
Un'altro problema è il fatto che Elsie non ricorda tutto sulla scomparsa di suo fratello e cerca di ricomporre la storia grazie ai flashback che ha mentre si immerge. Non è una cosa di particolare rilevanza in realtà o almeno passa spesso in secondo piano.
Arrivando al finale ho pensato che ci fossero troppi segreti che venivano rivelati tutti insieme e comunque il finale stesso non è un vero finale, non dà niente in più alla storia.
Non lo so, la depressione e le malattie mentali in generale sono una tematica che ho molto a cuore ma non sono riuscita ad affezionarmi a nessun personaggio e la storia in sè secondo me è stata scritta male, non so spiegarmi bene ma ci proverò.
Come scrive quest'autrice non mi piace. E' fredda, non sembra neanche che stia scrivendo il suo romanzo ma pare uno studente costretto a inventarsi una storia per qualche tema scolastico. I capitoli sono brevissimi ma tanti. Eppure tutto è affrontato così superficialmente, in maniera così distaccata. La storia in sè era molto originale ma non è stata trattata bene.
Nutrivo forse speranze esagerate nei confronti di questo romanzo? In realtà no però non mi ero mai trovata a dare un voto così basso ad un libro in lingua.
Voto finale: 2/5

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