Recensione! La gemella silenziosa, S. K. Tremayne

Benvenuti o ben tornati su La Mente Affilata! In occasione di Halloween - quindi la scorsa settimana - ho deciso di leggere un libro in qualche modo a tema, ovvero un thriller che fu nominato nella categoria "miglior Horror" per il premio annuale di Goodreads, nel 2015. Ma, chi mi segue, sa bene che non leggo horror. Come sarà andata quindi?

La gemella silenziosa, S. K. Tremayne
Anno: 2015
Casa editrice: Garzanti
Titolo originale: Ice twins
Trama: A Sarah piace il silenzio assoluto della sera che avvolge l’isola di Skye. Le piace muoversi piano nella penombra e accarezzare delicatamente i biondi capelli della sua bambina di sette anni, Kirstie, che si è appena addormentata. Mentre osserva le sue manine che stringono il cuscino, Sarah ripensa a quando quelle mani si stringevano a quelle, identiche, della sorella gemella Lydia. Niente le distingueva: stesse lentiggini, stessi occhi azzurro ghiaccio, stesso sorriso giocoso. Ma, un anno prima, Lydia è morta improvvisamente e ha lasciato un vuoto così grande che ha costretto Sarah e la sua famiglia a fuggire da tutto e da tutti su quell’isola spersa nel mare di Scozia. Lì, tra scogliere impervie e cieli immensi, Sarah sente che lei, la bambina e suo marito Angus potranno forse ritrovare la serenità. Eppure, mentre si avvicina l’inverno, Kirstie è sempre più strana.
Diventa silenziosa, riflessiva, improvvisamente interessata a cose che prima non amava. Sempre più simile a Lydia, la gemella scomparsa. Quando un giorno si scatena una violenta tempesta, Sarah e Kirstie rimangono isolate. Nel buio, col solo mugghiare del vento ad ascoltarle, Kirstie alza gli occhi e sussurra: «Mamma, perché continui a chiamarmi Kirstie? Io sono Lydia. Kirstie è morta, non io». Sarah è devastata e il tarlo dell’errore comincia a torturarle l’anima.
Cos’è successo davvero il giorno in cui una delle gemelle è morta? È possibile che una madre possa non riconoscere sua figlia?
Recensione: Se questa recensione potesse avere un titolo spoileratore, sarebbe "doveva essere un thriller ma era solo una delusione" ma andiamo per gradi.
Avevo già letto diverse storie sui gemelli, tra cui The art of not breathing di Sarah Alexander, ambientato sempre in Scozia e che parlava sempre di un gemello che sopravviveva all'altro dopo che questo era morto per la disattenzione dei genitori (per leggere la recensione di quel romanzo, basta cliccare sul suo titolo).
Ecco, questo ha pressoché gli stessi elementi se non fosse che le due gemelle di questo libro sono molto più piccole. Vi giuro, c'erano davvero tantissime somiglianze solo che questo doveva essere un thriller. E invece no, sembrava un saggio di psicologia romanzato (che sembra un ossimoro ma alla fine è proprio quello che rappresenta questo romanzo: tante teorie sulla psicologia del dolore e altri settori ma inseriti in un romanzo).
I personaggi non mi sono piaciuti, non sono riuscita a farmene andar bene neanche metà. C'erano troppi segreti, troppo egoismo, troppa disattenzione e troppa rabbia repressa che, per carità, è anche comprensibile ma anche noioso se mi ripeti più o meno gli stessi scenari un capitolo sì e l'altro pure.
E' di sicuro un thriller perchè lo scrittore si sforza di creare situazioni di suspence e tensione ma a me ha fatto provare solo una gran irritazione. Tra personaggi terribili ed egoisti e affermazioni maschiliste sui "ruoli di genere" (a pagina 99, se avete l'edizione con la copertina rigida), non riesco tuttora a capire come sia potuto piacere a tanti. L'elemento soprannaturale è solo frutto di problemi psicologici non affrontati perchè sembra proprio che quando muore un figlio/un fratello, basti cambiare casa dopo quattordici mesi e chiamare uno psichiatra infantile a caso, una volta, senza mai portargli la gemella sopravvissuta. E penso che questo basti a farvi capire come tutta la storia sia basata sulla mancanza di attenzioni, sull'egoismo dei personaggi principali.
Un'altra cosa che non ho capito è il perchè i capitoli di Sarah, la madre, siano in prima persona e quelli di Angus, il padre, in terza. E' sicuramente voluto per l'effetto sorpresa del finale, che è stato anche abbastanza imprevedibile ma fino ad un certo punto, ma non mi ha convinta.
PS: Sembra che esista la Coop pure in Scozia, a quanto pare.
Voto finale: 1/5

Commenti

Post popolari in questo blog

Recensione! Gli effetti secondari dei sogni, D. De Vigan

Book haul! Dicembre 2018

Recensione! Sotto il burqa, D. Ellis