Recensione! Cercando Alaska, J. Green

Io dico di non sopportare i libri di John Green ma continuo a leggerli.

Cercando Alaska, John Green

Titolo originale: Looking for Alaska
Tradotto da: Lia Celi
Anno dell'edizione: 2014
Casa editrice: Rizzoli
Trama: Miles Halter, sedici anni, colto e introverso, comincia a frequentare un'esclusiva prep school dell'Alabama. Qui lega subito con Chip, povero e brillantissimo, ammesso alla scuola grazie a una borsa di studio, e con Alaska Young, divertente, sexy, attraente, avventurosa studentessa di cui tutti sono innamorati. Insieme bevono, fumano, stanno svegli la notte e inventano scherzi brillanti e complicati. Ma Miles non ci mette molto a capire che Alaska è infelice, e quando lei muore schiantandosi in auto vuole sapere perché. È stato davvero un incidente? O Alaska ha cercato la morte?
Recensione: Se siete qui da un po', sapete che ho letto Città di carta e Teorema Catherine (se cliccate sui titoli, sarete reindirizzati alle rispettive recensioni) e che non mi sono piaciuti per niente. In realtà ho letto anche Colpa delle stelle che mi è piaciuto e prima ancora, Will ti presento Will (che è stato il mio primo YA in assoluto e che rileggerò a breve). Quindi quando ho preso in mano questo libro, le mie aspettative erano bassissime. Forse è questo che lo ha reso più piacevole o forse è l'essere il primo libro che questo autore ha scritto. In ogni caso la narrazione è piacevole. Il libro è diviso in due parti: prima e dopo l'evento chiave (che la trama ci ha già spoilerato, ovviamente) ed è scandito dal conto dei giorni che mancano ad esso nella prima parte e nella seconda, dai giorni che sono passati. Se non sapete cosa accadrà, durante la prima parte proverete un po' di tensione perchè l'autore ci fa capire che qualcosa sta cambiando. Mentre lo leggevo pensavo un po' a Città di carta, soprattutto perchè Alaska mi ricorda molto Margo. Il libro è narrato dal punto di vista di Miles che guarda caso si prende una bella cotta per Alaska ma questo è un cliché dei libri di Green: il protagonista (spesso maschio) si innamora della prima persona di sesso opposto che vede. Però Miles è l'unico personaggio che sia riuscito a conquistarmi perchè in realtà degli altri sappiamo molto poco. Ho apprezzato l'idea della ricerca del Grande Forse e la passione per le Ultime Parole Famose. Mi è piaciuta di meno la sua tendenza nella prima parte a farsi trascinare dagli altri (anche se secondo il testo originale, il suo soprannome deriva proprio da questa sua caratteristica; nella traduzione italiana invece è stato cambiato) mentre nella seconda parte Green ci ha fatto davvero sentire il suo dolore. Fortunatamente non ho mai perso un amico in un incidente quindi non conosco questo tipo di dolore ma quella parte è scritta talmente bene che mi sono sentita come se fossi stata nei suoi panni. Ed è questa la parte migliore di questo libro: la storia semplice, i personaggi che potrebbero essere chiunque e il saper raccontare il loro dolore (altro che Jay Asher in Tredici). Sono rimasta piacevolmente sorpresa ma mi è mancato l'affezionarmi ai personaggi quindi questo è un punto in meno a suo favore.
Voto: 3.5/5

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