Recensione! Noi non ci lasceremo mai, F. Lisi Bovolenta

Carissimi lettori, oggi vi parlo di un libro diverso dal solito, vi parlo di un'autobiografia. Come ogni volta che mi capita di dover recensirne una, non vi dovrete aspettare una recensione come le altre bensì il mio pensiero e le mie emozioni durante la lettura. Al massimo vi parlo dello stile narrativo scelto per parlare della vita della persona scelta come soggetto della biografia.

Noi non ci lasceremo mai, la mia vita con Bovo, Federica Lisi Bovolenta con Anna Cherubini
Anno: 2013
Casa editrice: Mondadori
Di cosa parla: Mi chiamo Federica Lisi Bovolenta, ho trentasette anni e cinque figli. Sono la moglie di Vigor Bovolenta, il campione di volley che in molti ricorderete, scomparso in campo il 24 marzo 2012. Vigor Bovolenta. Bovo per gli amici e per me. Quindici anni insieme. Poi lui se n'è andato. Se n'è andato senza lasciarmi. E senza lasciarmi istruzioni. Se n'è andato restando dentro la mia vita. Restando la mia vita. 'Bovo per sempre', 'Bovo nel cuore', 'Bovo in tutti noi': scrivono così in certi striscioni durante le partite. Sono striscioni grandi, colorati, struggenti. Uno di questi è dentro di me. 'Bovo per sempre.' È proprio come una scritta incisa nella mia anima, e sta lì, anche quando il vento cambia, quando si ferma, quando fa paura. Il vento che a volte arriva e si porta via tutto quello che abbiamo, la parte più importante di noi, senza la quale ci sembra di non ricevere più vita, di non poter più crescere. Ma poi non è così. Qualcosa resta sempre e si cresce ugualmente, come alberi le cui fronde si piegano verso il fiume anziché andare verso il cielo, come commedianti che accolgono l'improvviso colpo di scena. Si continua a giocare, a recitare; anche dal basso il cielo si vede lo stesso. Io, ora che lo so, cerco di non avere paura, di essere forte. È da oltre un anno che mi sforzo di esserlo ogni giorno. Ci sono momenti in cui penso che cederò e manderò tutto all'aria. Altri in cui penso che sarò più forte di qualunque cosa che mi possa capitare.
Recensione: Partiamo da poche cose semplici: ho visto poche volte Vigor Bovolenta in campo, alla tv e non ricordo neanche della sua morte. Questo perchè per me, come penso per chiunque venga dalla bassa modenese, il 2012 è solo l'anno del terremoto. Il resto si cancella.
Quindi questo libro non l'ho preso perchè sono amante dello sport o perchè ricordo la persona ma perchè mi piace leggere delle vite altrui.
Questo libro è di 190 pagine. Me le sono lette tutte piangendo. Federica racconta dell'uomo che ha amato fin da subito e di come ha dovuto fare senza di lui. Quest'autobiografia non è tanto sulla vita di Bovo, come lo chiamavano tutti, ma su quello che ha lasciato, sui ricordi, sul dolore, sulla vita, sulla famiglia. Ed è questo che fa male. Questo libro esiste perchè lui è morto e forse è una delle cose che fanno più male. Cioè a tutti noi capita di perdere qualcuno prima o poi nella vita però non tutti ci scriviamo un libro. E se ci dovesse capitare di farlo, bisognerà scriverlo bene. Questo è scritto bene, talmente bene che stai male per una famiglia che neanche conosci.
Di sicuro posso fare delle critiche allo stile scelto, al fare avanti e indietro nel tempo per raccontare varie cose o al fatto che a volte si parlasse della costruzione stessa del libro ma onestamente, è stato scritto in un periodo così critico per la moglie che non mi stupisce e che mi fa perdonare anche quelle piccolezze che normalmente mi darebbero fastidio.
Mi piace l'idea di un libro scritto per lasciare un ricordo ai figli che praticamente non hanno conosciuto il padre, per far sì che siano sicuri che anche se non c'è più, li ha amati in vita. Mi piace quest'idea di celebrare chi non c'è concentrandosi su chi rimane. La dolcezza e il dolore di Federica si sentono benissimo, a volte il mio piccolo cuore cinico rischiava di affogare nelle sue metafore da donna innamoratissima ma onestamente, chi può vantarsi di aver vissuto un amore così?
Se vi piacciono le autobiografie, ve lo consiglio.
Voto finale: 4/5

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