Recensione! So che un giorno tornerai, L. Bianchini

Eccoci di nuovo qui con una recensione. Spero che questo periodo di quarantena vi stia dando la possibilità di fare qualcosa che avevate dovuto sacrificare per lavoro, studio o impegni vari. La mia vita non è cambiata molto in realtà perchè sono sempre qui a studiare, lavorare e a scrivere la tesi. Spero che stiate leggendo un sacco di libri e che la vostra salute sia ottima (anche se so che ci sono altri come me a soffrire di allergie stagionali, ce la faremo a superare tutto). Se avete bisogno di un consiglio libroso, il blog è sempre qui. Infatti oggi parliamo di un libro che ho appena finito, vi va?

So che un giorno tornerai, Luca Bianchini
Anno: 2018
Casa editrice: Mondadori
Trama: Angela non ha ancora vent'anni quando diventa madre, una mattina a Trieste alla fine degli anni Sessanta. Pasquale, il suo grande amore, è un “jeansinaro” calabrese, un mercante di jeans, affascinante e già sposato. Lui le ha fatto una promessa: “Se sarà maschio, lo riconoscerò”. Angela fa tutti gli scongiuri del caso ma nasce una femmina: Emma.
Pasquale fugge immediatamente dalle sue responsabilità, lasciando Angela crescere la bambina da sola insieme alla sua famiglia numerosa e sgangherata. I Pipan sono capitanati da un nonno che rimpiange il dominio austriaco, una nonna che prepara le zuppe e quattro zii: uno serio, un playboy e due gemelli diversi che si alternano a fare da baby sitter a Emma.
Lei sarà la figlia di tutti e di nessuno e crescerà così, libera e anticonformista, come la Trieste in cui vive, in quella terra di confine tra cielo e mare, Italia e Jugoslavia. Fino al giorno in cui deciderà di mettersi sulle tracce di suo padre, e per lui questa sarà l’occasione per rivedere Angela, che non ha mai dimenticato.
Recensione: La mia recensione potrebbe essere racchiusa in una frase: "ho amato questo libro perchè l'ho sentito mio" ma mi pare giusto spiegarmi come sempre.
Partiamo dal fatto che ho sentito una grande affinità con Emma per la mia vita. Anche mio padre non mi ha riconosciuto e a differenza sua, non l'ho mai incontrato. Mia madre se n'è andata di casa che avevo quattordici anni e sono stata cresciuta dai nonni materni esattamente come lei. Quindi Emma, per quanto schietta e un po' spavalda (quindi con un carattere diverso dal mio) è stata per me come un alter ego. Mi sono rispecchiata tantissimo in lei anche se le differenze erano notevoli: lei riesce comunque ad avere contatti con la madre che, nonostante tutto, la incontra e ci parla; incontra il padre, anche se non lo considererà mai totalmente in quanto tale. 
Ho amato i suoi discorsi, il suo modo di fare, ho anche avuto paura per la sua vita in certe situazioni, per la sua psiche. Però alla fine anche Emma è una di quelle persone che se la cava sempre ed è ciò che la rende speciale. Forse questi abbandoni sono stati sia una rovina, sia un modo di crescere. 
Allo stesso tempo, nonostante non comprenderò mai davvero Angela, l'ho trovata una donna forte e soprattutto ho capito appieno la sua necessità di fuggire, il sentirsi sempre come se si dovesse scappare da qualcosa. C'è stata una scena verso la fine che mi ha ricordato tanto quand'ho fatto le valigie per lasciare Verona. 
Bianchini ha creato personaggi splendidi per il sol fatto di essere verosimili. Ha saputo parlare di argomenti così delicati con tanta serenità e questo mi ha fatta riflettere, mi ha fatta piangere e mi ha fatta ridere spesso (il vecio Pipan è uno dei migliori personaggi secondari, non si discute). Ma una cosa che mi ha stupito e che mi ha messo voglia di prendere il treno per andare a Trieste (cosa che non si può fare in questo periodo), è stato il modo di descrivere la città. Trieste non l'ho mai vista neanche nelle cartoline eppure me la sono immaginata ed è stato magnifico, un po' triste perchè non potrò visitarla fino a chissà quando ma ho capito cosa intendono dire le persone quando parlano dell'importanza della descrizione dell'ambiente in cui si svolge una storia. 
Ora che siete a casa e non sapete cosa leggere, leggetevi questo perchè sono sicura che tutti quanti potreste ricavarne qualcosa. 
Voto finale: 5/5
Se partecipate alla Popsugar Reading challenge vale per "a book with a great first line" e "a book with more that 20 letters in its title".

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