Recensione! Avrò cura di te, M. Gramellini e C. Gamberale

Era da un po' di tempo che volevo leggere qualcosa di Chiara Gamberale quindi ho pensato di iniziare da un libro co-scritto con un autore che conosco già. Di Gramellini ho infatti letto due libri: L'ultima riga delle favole e Fai bei sogni (il primo non è stato bello, il secondo è uno dei libri più importanti della mia vita). 

Avrò cura di te, Massimo Gramellini e Chiara Gamberale
Anno: 2014
Casa editrice: Longanesi
Collana: Tea
Trama: Gioconda detta Giò ha trentasei anni, una storia familiare complicata alle spalle, un’anima inquieta per vocazione o forse per necessità e un unico, grande amore: Leonardo. Che però l’ha abbandonata. Smarrita e disperata, si ritrova a vivere a casa dei suoi nonni, morti a distanza di pochi giorni e simbolo di un amore perfetto, capace di fare vincere la passione sul tempo che passa: proprio quello che non è riuscito al suo matrimonio. Ma una notte Giò trova un biglietto che sua nonna aveva scritto all’angelo custode, per ringraziarlo. Con lo sconforto, e con il coraggio di chi non ha niente da perdere, Giò ci prova: scrive anche lei al suo angelo. Che, incredibilmente, le risponde. E le fa una promessa: avrò cura di te. Poi rilancia. L’angelo non solo ha una fortissima personalità, ma ha un nome: Filèmone, e una storia. Soprattutto ha la capacità di comprendere Giò come Giò non si è mai compresa. Di ascoltarla come non si è mai ascoltata. Nasce così uno scambio intenso, divertito, commovente, che coinvolge anche le persone che circondano Giò: il puntiglioso ex marito, la madre fricchettona, l’amica intrappolata in una relazione extraconiugale, una deflagrante guida turistica argentina, un ragazzino che vuole rinchiudersi in una comune...
Grazie a Filèmone, voce dell’interiorità prima che dell’aldilà, Giò impara a silenziare la testa e gli impulsi, per ascoltare il cuore. Ne avrà davvero bisogno quando Filèmone la metterà alla prova, in un finale sorprendente che sembrerà confondere tutto. Ma a tutto darà un senso.
Recensione: Questo romanzo è molto breve ed è un romanzo epistolare, cioè scritto sotto forma di lettere scambiate tra Gioconda che si è appena separata dal marito e Filemone, il suo angelo custode. Ora, se solo io avessi letto la trama prima di comprarlo, non lo avrei comprato. Non credo nell'esistenza degli angeli non mi piace trovarli in un libro. Questo romanzo lo etichetterei come appartenente al "realismo magico", e non mi piace come genere. Comunque sia, lo stile di Chiara Gamberale, che scriveva le lettere di Gioconda, non mi è sembrato niente di speciale. Per di più Gioconda mi è stata antipatica dal primo istante. Dà la colpa a tutti tranne che a se stessa per la situazione in cui si è cacciata da sola. 
Gramellini si occupava di Filemone. Non so perché ma qui ritorna quello stile pseudo-aulico di L'ultima riga delle favole, stile che non mi è piaciuto e che ha inciso in negativo su una lettura già poco apprezzabile di per sé. Filemone non è un personaggio così brutto in realtà, se ignoriamo il suo essere angelo e tutte quelle metafore e quei discorsi filosofici buttati lì tanto per, durante tutto il libro. 
La storia in sé non è malaccio è la resa che peggiora tutto ma non me la sento di bocciare pienamente il libro perché il messaggio finale che vogliono dare gli autori - sempre ammesso che lo abbia capito come volevano loro - non è male. 
Voto finale: 2/5

Commenti

Post popolari in questo blog

Recensione! Gli effetti secondari dei sogni, D. De Vigan

Book haul! Dicembre 2018

Recensione! Sotto il burqa, D. Ellis