Recensione! Ragnatele d'inganni, C. Graham

Eccoci qui per recensire il primo di una serie di gialli che hanno dato vita ad una delle serie tv più longeve della televisione britannica. Ebbene sì, parlo della serie dell'Ispettore capo Barnaby. Ho passato la mia vita a vedere la serie tv, come sarà stato leggere il primo dei romanzi?

Ragnatele d'inganni, Caroline Graham
Tradotto da Laura Talluri
Anno dell'edizione: 2012
Anno: 1987
Casa editrice: Baldini Castoldi Dalai editore
Collana: Super Tascabili
Trama: Durante una passeggiata prima dell'ora del tè nei boschi nei dintorni di Badger's Drift, Emily Simpson, un'anziana zitella, si sofferma a osservare qualcosa che per lei sarebbe stato meglio non vedere: la sua involontaria curiosità le costerà la vita. Incaricato delle indagini è l'ispettore capo della contea di Midsomer, Tom Barnaby. Sollecitato dalla migliore amica della vittima e con l'aiuto del solerte e ironico sergente Troy, Barnaby inizialmente segue una serie di false piste che lo conducono in un vicolo cieco. Ci vorrà purtroppo un altro efferato delitto per far luce sulle reticenze, le menzogne, i ricatti e il risentimento che legano i personaggi coinvolti nella vicenda. Ed è solo dipanando questa ragnatela d'inganni che si arriverà alla sorprendente verità. 
Recensione: Ho visto e rivisto per anni questa serie tv ma volevo anche leggere almeno il primo libro della serie che ha ispirato il telefilm. Finalmente l'ho comprato e letto. Conoscevo già la storia ma non ricordavo il finale quindi è stato come leggere una storia completamente nuova. Il sergente Troy che nel telefilm è uno dei miei personaggi preferiti, qui è un ignorante, un maschilista ed è pure antipatico. A differenza della serie, qui la vita privata di Barnaby non è così presente. La storia è ben scritta e, anche se tante cose sembrano rimanere in sospeso, nell'ultimo capitolo viene spiegato tutto nei minimi dettagli. Non ho indovinato chi fosse l'assassino ma non ci sono andata lontana. Mi sono sentita davvero catturata dalla storia (molto semplice e senza particolari colpi di scena) e da com'è stata scritta. Ho intenzione di continuare a leggerla ma magari in digitale. Piccola precisazione: il libro è stato scritto alla fine degli anni ottanta in Inghilterra e uno dei personaggi di bassa estrazione sociale usa un termine offensivo nei confronti delle persone di colore. Avrei sperato che il traduttore utilizzasse una parola non offensiva o che in qualche modo questa cosa venisse sistemata a dovere.
L'unica altra lamentela che ho è per l'edizione che ho comprato che ha le pagine sottilissime. Del resto ve lo consiglio, soprattutto se volete qualcosa di soft.

Voto finale: 4/5

Commenti

Post popolari in questo blog

Recensione! Gli effetti secondari dei sogni, D. De Vigan

Book haul! Dicembre 2018

Recensione! Sotto il burqa, D. Ellis