Recensione! Il gabbiano Jonathan Livingston, R. Bach

Un anno fa ho lavorato con un ragazzo che adorava questo libro. L'ho trovato in scambio e ho scelto di recuperare. Ma era davvero necessario leggere questo libro?

Il gabbiano Jonathan Livingston, Richard Bach
Tradotto da: Beatrice Masini
Anno: 2013
Casa editrice: Rizzoli
Trama: Il gabbiano Jonathan Livingston non è come tutti gli altri. Là dove i suoi simili, schiavi di becco e pancia, si limitano a composti viaggetti per procurarsi il cibo inseguendo le barche da pesca, lui intuisce nel volo una bellezza e un valore assoluti. Tanto basta per meritargli il marchio dell'infamia e l'allontanamento dallo stormo Buonappetito. Solo, audace, sempre più libero, Jonathan il Reietto scopre l'ebbrezza del volo acrobatico e varca i confini di altri mondi, altre dimensioni abitate da gabbiani solitari simili a lui nella spasmodica fame e sete di perfezione. Ne diventa la guida, il maestro, il capo indiscusso, e tra i compagni incontrerà chi senza saperlo è pronto a raccogliere la sua eredità. Il romanzo-culto degli anni Settanta torna in una nuova versione che comprende una parte inedita, la quarta: quando la devozione per Jonathan, venerato come un dio, rischia di soffocare il suo messaggio, toccherà a un altro gabbiano ribelle come lui ritrovare con un gesto estremo la pura gioia del volo. 
Recensione: Parto dicendo che la mia edizione è pieno di foto. Non so quanto utili siano ai fini della storia ma per gli appassionati magari possono essere interessanti. La storia è molto semplice: questo gabbiano si rende conto di essere capace di volare e di andare velocissimo, senza limitarsi al volare per sfamarsi. Quindi viene cacciato dallo Stormo, viene accolto da altri gabbiani come lui e diventa insegnante di volo, che viene dopo considerato come un dio. La narrazione è molto scorrevole, il linguaggio molto semplice però non mi ha entusiasmato. Comprendo che l'autore ci vuole dire che ognuno di noi deve perseguire i propri obiettivi e rimanere fedele a se stessi, anche se significa essere isolati da chi ci è più vicino però...non mi sono sentita come se avessi compreso tutto quello che l'autore voleva comunicare con il suo racconto. Sembrava una fiaba di Sepulveda che però non riusciva a comunicarmi tutto ciò che voleva comunicare. Probabilmente è una mia limitazione e molte altre persone lo capiranno meglio di me però penso di aver bisogno di rileggerlo (in futuro, non ora) per capirne bene il significato. 
Voto finale: 3/5

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