Recensione! Il giovane Holden, J. D. Salinger

Incredibile ma vero, anche oggi vi parlo di un classico. Quest'anno ne ho letti molti e mi stupisce dato che non mi piacciono. Ma ci sono delle eccezioni giusto? Giusto?!

Il giovane Holden, J. D. Salinger
Tradotto da: Matteo Colombo
Anno: 1961
Anno dell'edizione: 2014
Casa editrice: Einaudi
Collana: super Et
Trama: Sono passati sessant'anni da quando è stato scritto, ma continuiamo a vederlo, Holden Caufield, con quell'aria scocciata, insofferente alle ipocrisie e al conformismo, lui e la sua "infanzia schifa" e le "cose da matti che gli sono capitate sotto Natale", dal giorno in cui lasciò l'Istituto Pencey con una bocciatura in tasca e nessuna voglia di farlo sapere ai suoi. La trama è tutta qui, narrata da quella voce spiccia e senza fronzoli. Ma sono i suoi pensieri, il suo umore rabbioso, ad andare in scena. Perché è arrabbiato Holden? Poiché non lo si sa con precisione, ognuno ha potuto leggervi la propria rabbia e assumere il protagonista ad "exemplum vitae"
Tw: depressione, suicidio, omofobia
Recensione (con qualche spoiler):
Avevo aspettative abbastanza alte per questo libro perchè è un classico contemporaneo della letteratura americana quindi pensavo potesse piacermi. Molti dicono che ti puoi rivedere in Holden ma...la mia esperienza di lettura non è stata proprio delle migliori. Per quanto riguarda la scrittura, posso dirvi che è semplice e ben comprensibile. Non è lo stile di Salinger il problema di questo libro. Non posso dire la stessa cosa della storia o del protagonista. Intanto la storia copre un totale di circa tre giorni e nemmeno completi quindi, per quanto mi riguarda, troppo poco tempo. E' abbastanza noiosa, a mio parere. Seguiamo Holden che non ne può più di rimanere nella scuola da cui è stato cacciato (ma in cui dovrebbe rimanere fino al mercoledì successivo, quindi per altri quattro giorni). Si prende su nel bel mezzo della notte e inizia a spostarsi per New York, dove vive, e per tutto il libro lo seguiamo mentre va in giro, vuole incontrare gente, vuole chiamare qualcuno, litiga con chi incontra...Sembra che niente e nessuno possano interessargli. Seguiamo il suo flusso di pensieri che, per una che come me ha grandi problemi con i propri pensieri (sia a livello di quantità che di qualità), è stato assolutamente frustrante. Molto spesso dice che una cosa non gli piace, poi dice cosa gli piace di quest'argomento, poi dice di nuovo che non gli piace. Con le persone non è diverso: passa dal dire di tutto su queste persone (sono ipocrite, cattive, stupide) per poi dire che sono comunque care, belle, gli mancano. Si capisce molto bene che è disturbato, anche se l'autore non ci spiega mai qual è il suo problema. Un paio di ragionamenti li ho compresi e mi sono trovata d'accordo con il personaggio su un paio di punti ma, del resto, è stata una lettura frustrante. E per fortuna che è corto!
Ho apprezzato moltissimo la sorella di Holden, forse uno dei pochi personaggi interessanti. Avrei voluto saperne di più su altri che vengono solo citati. 
Capisco perchè questo libro sia considerato un classico ma fino a un certo punto. Sì, rappresenta l'America degli anni Cinquanta ma solo quella parte in cui la gente ha abbastanza soldi da mandare i figli nelle scuole private. Poi che sia la base dell'America attuale, su questo non posso dir niente. Ma, esattamente come Il Grande Gatsby, rappresenta solo un lato della vita negli Stati Uniti e della loro cultura. 
Per riassumere, non è un libro che rileggerei e non sono sicura che meriti le attenzioni che ha ricevuto finora. 
Voto finale: 2/5

Commenti

Post popolari in questo blog

Recensione! Gli effetti secondari dei sogni, D. De Vigan

Book haul! Dicembre 2018

Recensione! Sotto il burqa, D. Ellis