Recensione! Ti rubo la vita, C. Leone

Mi sembra passata un'eternità dall'ultima recensione che ho scritto. Sì perché voi ne leggete diverse alla settimana (o una almeno) ma io ne scrivo una ogni due, ultimamente. Oggi vi parlo di un libro di narrativa contemporanea scritto da un'autrice italiana. Non succede spesso, lo so. Ma quando succede, di solito, va abbastanza bene. 

Ti rubo la vita, Cinzia Leone
Anno: 2019
Casa editrice: Mondadori
Trama: Tre vite rubate. Come quella di Miriam, moglie di un turco musulmano che nel 1936 decide di sostituirsi al mercante ebreo con cui è in affari, costringendo anche lei a cambiare nome e religione. A rubare la vita a Giuditta nel 1938 sono le leggi razziali: cacciata dalla scuola, con il padre in prigione e i fascisti alle calcagna, può essere tradita, venduta e comprata; deve imparare a nascondersi ovunque, persino in un ospedale e in un bordello. Nel 1991, a rubare la vita a Esther è invece un misterioso pretendente che le propone un matrimonio combinato, regolato da un contratto perfetto...Ebree per forza, in fuga o a metà, Miriam, Giuditta ed Esther sono donne capaci di difendere la propria identità dalle scabrose insidie degli uomini e della Storia. Strappando i giorni alla ferocia dei tempi, imparano ad amare e a scegliere il proprio destino. 
Recensione: Ho letto questo libro con mia nonna e ci ho messo molto, non tanto per la mole, ma per il poco tempo a disposizione. Fin da subito è stato un turbinio di emozioni, quello che mi ha accompagnato nella lettura: angoscia, nervosismo, rabbia, felicità, sollievo. Non so nemmeno come citarle tutte. Le tre donne protagoniste di questi racconti che - come ne La treccia - si uniscono, hanno in comune molte poche cose: la religione ebraica, l'essere donne e l'essere private di qualcosa nella vita. A volte è la vita stessa, a volte la libertà, a volte l'amore. Tutte le storie sono davvero ben scritte e strutturate, i personaggi sono ben delineati anche se nel primo racconto viene messo in risalto l'uomo che ha rubato la vita a Miriam invece della sua quindi è come se si sviasse un po' ma comprendo il motivo per cui la storia è stata creata così. La storia di Miriam è di sicuro quella che mi ha messo più angoscia per tutto ciò che accade, quella di Giuditta è la mia preferita perchè è un personaggio davvero bello. Quella di Esther è forse la storia che mi è piaciuta di meno solo perchè mi sono sentita come se si stesse tirando un po' per le lunghe il tutto, senza arrivare davvero a una fine. Poi la fine c'è ed è anche bella però è il racconto più insolito dei tre (e incredibile ma vero, anche quello che mi ha fatto piangere di più ma forse quello è un mio problema). L'epilogo è scritto in modo diverso e, anche se spiega la fine dei tre racconti, è particolare. Leggere questo libro è stato come girare per il mondo, per seguire qualcuno che dovevo assolutamente conoscere. Attualmente lo reputo uno dei libri migliori tra i trentasei letti quest'anno (quando leggerete la recensione probabilmente avrò superato quel numero però poco importa). Ve lo consiglio assolutamente.  
Voto finale: 5/5

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