Recensione! Noi, bambine ad Auschwitz, T. e A. Bucci

Oggi vi parlo di una testimonianza di due Sopravvissute quindi il voto farà riferimento al modo in cui il libro è stato costruito, non alla storia che raccontano. Ci tengo sempre a sottolinearlo perché non mi permetterei mai di giudicare una storia di vita. 

Noi, due bambine ad Auschwitz, Tatiana e Andra Bucci
Anno: 2018
Casa editrice: Mondadori
Di cosa parla: 
La sera del 28 marzo 1944 i violenti colpi alla porta di casa fanno riemergere negli adulti della famiglia Perlow antichi incubi. La pace trovata a Fiume, dopo un lungo peregrinare per l'Europa cominciato agli inizi del Novecento in fuga dai pogrom antiebraici, finisce bruscamente: nonna, figli e nipoti vengono arrestati e, dopo una breve sosta nella Risiera di San Sabba a Trieste, deportati ad Auschwitz-Birkenau, dove molti di loro saranno uccisi. Sopravvissute alle selezioni forse perché scambiate per gemelle o forse perché figlie di un padre cattolico, o semplicemente per un gioco del destino, le due sorelle Tatiana (6 anni) e Andra (4) vengono internate, insieme al cugino Sergio (7), in un Kinderblock, il blocco dei bambini destinati alle più atroci sperimentazioni mediche. In questo libro, le sorelle Bucci raccontano, per la prima volta con la loro voce, ciò che hanno vissuto: il freddo, la fame, i giochi nel fango e nella neve, gli spettrali mucchi di cadaveri buttati negli angoli, le fugaci visite della mamma, emaciata fino a diventare irriconoscibile. E sempre, sullo sfondo, quel camino che sputa fumo e fiamme, unica via da cui «si esce» se sei ebreo, come dicono le guardiane.
Recensione: Desideravo leggere questo libro da qualche anno quindi mi ha fatto piacere poterlo recuperare, soprattutto in questo periodo dell'anno. È un libro molto breve. Tatiana e Andra non ricordano tantissimo essendo state bambine a Birkenau (un'eccezione, dato che i bambini c'erano ma erano pochissimi) però hanno ricostruito tutto grazie a parenti, amici, altri Sopravvissuti e storici. Avevano già lavorato a qualche libro, con interviste e interventi ma questo è il primo che scrivono insieme, concentrandosi sul ricostruire i ricordi e ricordare anche le persone. Si vede che dietro c'è la mano di qualcuno che scrive di mestiere (infatti il libro è scritto in collaborazione con uno storico): c'è un lavoro di divisione degli eventi e delle fasi che risulta molto curato. Mi piace il fatto che si legga sia della loro vita durante la Guerra, sia ciò che hanno fatto crescendo. Mi piace il messaggio di speranza, di forza che vogliono trasmettere. Mi piace che si siano sentite abbastanza a loro agio da esprimere il disgusto nei confronti di ciò che già nel 2018 stava accadendo, cioè la rinascita di partiti filonazisti o filofascisti, che è effettivamente spaventoso. Ho apprezzato molto leggere della loro condanna nei confronti di chi dimentica e del fatto che il peso della Storia debba ricadere su tutti, anche a livello di responsabilità. 
L'unica cosa che secondo me rende un po' forzata la narrazione, è la sua struttura, ovvero il fatto che sia riportato come un monologo e non come una ricostruzione di entrambe le sorelle. Ci avrei visto molto di più una narrazione a mo' di intervista per rendere tutto più fluido. Però è il mio punto di vista. Ve lo consiglio con tutto il cuore. 
Voto: 4/5

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