Recensione! Eleanor Oliphant sta benissimo, G. Honeyman
Oggi vi parlo di uno di quei libri super famosi, di cui hanno parlato bene tutti. E ora capisco perché.
Eleanor Oliphant sta benissimo, Gail Honeyman
Tradotto da: Stefano BerettaAnno: 2017
Casa editrice: Garzanti
Trama: Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: sto benissimo.
Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido. Ho quasi trent’anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate. Poi torno a casa e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient’altro. Perché da sola sto bene.
Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata di mia madre. Mi chiama dalla prigione. Dopo averla sentita, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto. E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo. O così credevo, fino a oggi. Perché oggi è successa una cosa nuova. Qualcuno mi ha rivolto un gesto gentile. Il primo della mia vita. E all’improvviso, ho scoperto che il mondo segue delle regole che non conosco. Che gli altri non hanno le mie paure, non cercano a ogni istante di dimenticare il passato. Forse il «tutto» che credevo di avere è precisamente tutto ciò che mi manca. E forse è ora di imparare davvero a stare bene. Anzi: benissimo.
Recensione: Le aspettative erano altissime, per quanto riguarda il risultato ma...non sapevo cosa aspettarmi. Sapevo che sarebbe stato un libro sulla salute mentale, su una ragazza che aveva affrontato qualche situazione difficile ma non pensavo sarebbe stato un libro così semplice e carico allo stesso tempo. Vi dico già che la trama proposta dalla casa editrice è totalmente inadatta a descrivere questo libro a un lettore che vi si approccia per la prima volta, senza saperne nulla. Eleanor è una donna di trent'anni che tende a dire le cose come le pensa. Apparentemente tutta d'un pezzo, si sente come se in realtà le mancasse qualcosa, senza però capire cos'è che manca. Sa quello che ha: un passato che non vuole ricordare, una madre che la chiama il mercoledì e che punta sempre sulla cattiveria e sul senso di colpa di Eleonor. Sostiene di stare benissimo ma, a un certo punto, le cose iniziano a cambiare. E il cambiamento è sempre come una valanga: si parte con qualcosa di piccolo che poi cresce e travolge ogni singola parte della nostra vita.
Ho amato Eleanor dalla prima pagina. Ho amato la sua eleganza, la sua incapacità di relazionarsi con gli altri e di adattarsi agli standard perché, quel suo essere tutto d'un pezzo, nascondeva tantissimo. Ho amato vederla crescere e devo dire di aver ritrovato qualcosa di me stessa nella sua storia. I libri servono anche a questo: a non sentirsi soli nell'affrontare certe difficoltà, o a ricordarsi di non essere stati i soli ad aver affrontato qualcosa.
E il tema della solitudine è uno dei temi principali del romanzo: tutti pensano alla solitudine come a qualcosa che arriva con l'avanzare degli anni o con le situazioni di grande disagio. Invece - e forse oggi è ancora più diffuso - la solitudine potrebbe colpire tutti, indipendentemente dalla loro età. Inoltre, farsi dei nuovi amici da adulti è molto più difficile. Questo libro parla anche di questo e di come siamo veloci a giudicare gli altri e a evitare di guardarci dentro.
Leggerlo è stato come fare una passeggiata e io adoro camminare. Pensavo avrei pianto ma questo libro sa di speranza e liberazione. Ve lo consiglio ma state attenti perché ci sono argomenti che potrebbero urtare la vostra sensibilità.
Voto: 5/5
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