Recensione! Io che amo solo te, L. Bianchini

Benvenuti o bentornati per una nuova recensione su un autore che non mi è sconosciuto: oggi vi parlo di uno dei libri più famosi di Luca Bianchini, autore di So che un giorno tornerai che è stato uno dei miei libri preferiti del 2020 (e cliccando sul titolo, potrete leggere trama e recensione di quel romanzo). Ma sarà stato all'altezza di uno dei miei preferiti dell'anno scorso?


Io che amo solo te, Luca Bianchini
Anno: 2013
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar Absolute
Trama: 
Ninella ha cinquant'anni e un grande amore, don Mimì, con cui non si è potuta sposare. Ma il destino le fa un regalo inaspettato: sua figlia si fidanza proprio con il figlio dell'uomo che ha sempre sognato, e i due ragazzi decidono di convolare a nozze. Il matrimonio di Chiara e Damiano si trasforma così in un vero e proprio evento per Polignano a Mare, paese bianco e arroccato in uno degli angoli più magici della Puglia.
Gli occhi dei 287 invitati non saranno però puntati sugli sposi, ma sui loro genitori. Ninella è la sarta più bella del paese, e da quando è rimasta vedova sta sempre in casa a cucire, cucinare e guardare il mare. In realtà è un vulcano solo temporaneamente spento. Don Mimì, dietro i baffi e i silenzi, nasconde l'inquieto desiderio di riavere quella donna solo per sé. A sorvegliare la situazione c'è sua moglie, la futura suocera di Chiara, che a Polignano chiamano la "First Lady". È lei a controllare e a gestire una festa di matrimonio preparata da mesi e che tutti vogliono indimenticabile: dal bouquet "semicascante" della sposa al gran buffet di antipasti, dall'assegnazione dei posti alle bomboniere - passando per l'Ave Maria -, nulla è lasciato al caso. Ma è un attimo e la situazione può precipitare nel caos, grazie a un susseguirsi di colpi di scena e a una serie di personaggi esilaranti.
Recensione: Ho comprato questo libro poco prima dell'inizio del lockdown e l'ho comprato scegliendolo un po' casualmente tra i libri di Bianchini perchè avevo appena letto So che un giorno tornerai. Ne ho sentito parlare tanto e l'anno scorso è uscito il terzo volume di questa serie. Insomma, ero esaltata all'idea di leggere questo libro che è pure piccolino. Tra un rimando e l'altro, l'ho letto all'inizio di Aprile, che è lo stesso periodo in cui si svolge la storia raccontata in questo volume. Questa storia, quella del matrimonio tra Chiara e Damiano, quella dell'amore latente dei loro genitori e tutte le storie raccolte qui dentro in una sola, coprono uno spazio temporale di due giorni e mezzo. Ve lo dico perchè, ad averlo saputo, non avrei scelto questo libro. Pochi libri ambientati in poco tempo riescono a stupirmi. Di solito sono tutti molto lenti e a tratti anche ripetitivi. E anche questo non è stato da meno. 
E' stato stressante leggere questo romanzo, nonostante tutti i piccoli momenti comici che ci sono. Lo è stato principalmente perchè il tema principale della storia è l'ipocrisia: il predicare bene e il decidere di fingere e fare una vita piena di menzogne solo per la reputazione della famiglia, solo per quello che potrebbe dire la gente. Ed è angosciante. Gente che si sposa ma non per amore e fa figli solo per far vedere che ha una famiglia perfetta, persone che scelgono di nascondere il proprio amore per l'immagine della famiglia a cui appartengono...è stato davvero faticoso. Mi sembrava di leggere qualcosa che coprisse un periodo più lungo dei due giorni e mezzo che copre realmente. 
In mezzo a questo tema, ne compaiono altri come gli stereotipi sul sud e su chi dal sud si sposta al nord, la vita di paese, l'atteggiamento degli adolescenti nei confronti del corpo e delle relazioni. E ultimo, ma non ultimo per importanza, il coming out e il nascondere il proprio orientamento perchè se no la gente potrebbe parlare male della famiglia. Nel libro viene visto come una cosa positiva, questo silenzio da parte del personaggio in considerazione, per poi cambiare atteggiamento verso la fine. Ho apprezzato questa capacità dei personaggi di saper diventare più reali e meno bugiardi ma non per questo il finale mi ha soddisfatta. Non sono riuscita davvero ad attaccarmi a nessun personaggio eccetto un paio: Nancy, con la sua immaturità, mi ha decisamente fatto sorridere più di una volta e Orlando è carino e disperato e mi ha ricordato tanto me a 17 anni. 
Lo stile narrativo non è lo stesso del Bianchini che ho conosciuto l'anno scorso. Qui il linguaggio è molto più esplicito e le scene pure. Ma ciò che mi ha dato fastidio è l'aggiungere sempre frasi tra barrette, un po' come le mie parentesi sempre presenti che cerco di limitare perchè infastidiscono pure me. Era una cosa troppo ricorrente. Ma c'è speranza e per questo potrei continuare la serie. 
Voto finale: 3/5

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