Recensione! Ciò che Inferno non è, A. D'Avenia
Ciò che inferno non è
Alessandro
D'Avenia
Mondadori
2014
Trama: Don Pino è uno che rompe
le scatole in cui ti nascondi, le scatole in cui ti ingabbiano, le scatole dei
luoghi comuni, le scatole delle parole vuote, le scatole che separano un uomo
da un altro uomo. Federico ha diciassette anni e il cuore pieno di domande alle
quali la vita non ha ancora risposto. La scuola è finita, l'estate gli si apre
davanti come la sua città abbagliante e misteriosa, Palermo. Mentre si prepara
a partire per una vacanza-studio a Oxford, Federico incontra "3P", il
prof di religione, Padre Pino Puglisi. 3P lancia al ragazzo l'invito a dargli
una mano con i bambini del suo quartiere, prima della partenza. Quando Federico
attraversa il passaggio a livello che separa Brancaccio dal resto della città,
ancora non sa che in quel preciso istante comincia la sua nuova vita, quella
vera. La sera torna a casa senza bici, con il labbro spaccato e la sensazione
di avere scoperto una realtà totalmente estranea eppure che lo riguarda da
vicino. È l'intrico dei vicoli controllati da uomini che portano soprannomi
come il Cacciatore, 'u Turco, Madre Natura, per i quali il solo comandamento da
rispettare è quello dettato da Cosa Nostra. Ma sono anche le strade abitate da
Francesco, Maria, Dario, Serena, Totò e tanti altri che non rinunciano a
sperare in una vita diversa, come Lucia, che ha il coraggio di guardare il
mondo con occhi luminosi e di non voler fuggire, perché il solo lievito per un
cambiamento possibile è nascosto tra le mani di chi apre orizzonti dove il
destino prevedrebbe violenza e desolazione.
Recensione: Sarò sincera: mi aspettavo di più. No, non dalla storia ma dall'autore.
Ciò che inferno non è è il terzo romanzo di D'Avenia, che è un autore fantastico e, come al
solito, tratta un tema molto importante parlando dal punto di vista di un
ragazzo che ava un autore.
Nel
primo c'era Dante, nel secondo Omero e in questo poteva mancare proprio
Petrarca? Certo che no.
Il
problema è un altro: il doppio punto di vista. A volte è il narratore a
parlare. A volte è Federico. A volte non riesci a distinguerli.
Avrei
preferito che avesse tenuto un solo punto di vista narrativo, come negli altri
romanzi: mi sarei goduta di più la storia.
Parliamo del contenuto: avete visto Alla luce del sole? Ecco. per quanto abbia comunque pianto e letto il romanzo fingendo di
non sapere la fine, la sapevo comunque. E purtroppo, sotto certi punti di
vista, il libro pareva la copia del film.
Quindi
in generale posso dire di averlo apprezzato ma, da grande ammiratrice di
D'Avenia e essendo molto interessata all'argomento, mi sono sentita delusa.
Evidentemente
è un problema del terzo romanzo scritto, per quanto riguarda i miei autori
preferiti (ne è un esempio, per me, Tutto Torna di Giulia Carcasi: non mi è
piaciuto e ne sono rimasta delusa. E guarda caso era il terzo).
Voto Finale: 3,5
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