Recensione! Se Questo è Un Uomo, P. Levi

Se Questo è Un Uomo, Primo Levi, Einaudi, 1958
Trama: Il racconto di Primo Levi ha inizio il 13 dicembre del 1943 quando l’autore viene catturato e, in quanto partigiano ebreo, portato in un campo di concentramento a Fossoli, in attesa del trasferimento in Germania. Giunge nel lager di Monowitz dove i prigionieri continuano a esistere ma non a vivere poiché ogni diritto umano è loro negato. Le sofferenze inflitte dalle guardie, le violenze, le condizioni di lavoro estremamente dure, il rapporto tra i prigionieri e la morte di alcuni di loro, ridotti a sagome deboli e malate, sono descritte con molta cura. Il tempo passa e nulla cambia: il corpo e la mente sono provati, la paura delle selezioni delle SS che con uno sguardo selezionano i detenuti inutili è un’ansia costante. Levi riesce a sopravvivere perché le sue competenze fanno sì che possa trovare un impiego come chimico. La situazione è tale che anche la notizia delle difficoltà in cui versano le armate tedesche, prima, e  della loro sconfitta, poi, non è motivo di speranza per i prigionieri. Trascorre così all’incirca un anno. Infine l’avvicinarsi dell’Armata Rossa costringe i tedeschi alla ritirata. I soldati portano con sé i prigionieri sani e Levi, malato di scarlattina, rimane nel lager. Questo determinerà definitivamente la sua salvezza dato che tutti coloro che abbandonano il campo troveranno la morte lungo il cammino. Il 27 gennaio 1945 l’arrivo dei sovietici restituisce ai pochi sopravvissuti la libertà.
Recensione: E' difficile dare un giudizio su una testimonianza, ciò che è sicuro è che questo libro è una fonte importante per quanto riguarda questo orribile evento della nostra storia.
Lui narra soffermandosi su certi episodi mentre avrei sicuramente preferito che si soffermasse di più su alcuni che non su altri. Eppure questo libro è ammirevole perché è come un flusso di ricordi riordinato e scritto con una mente lucida e ferma. L'autore stesso è ammirevole per la sua forza e tenacia, due caratteristiche che era facile perdere in situazioni come quelle. Lui continua a narrare di come avesse perso ogni speranza ma allo stesso tempo continuava ad andare avanti, con molta paura e sofferenza. Decisamente il linguaggio è molto più elaborato rispetto ad altre testimonianze, Levi era un uomo di grande cultura. Ma non è questo che rende il racconto pesante, bensì proprio l'idea stessa che lui abbia vissuto ogni singolo istante di ciò che racconta.
L'episodio che più mi ha colpito è stato quando Steinlauf, un altro deportato, dice a Primo che si deve lavare perché deve mantenere la sua dignità, i distruttori non devono annientarlo e lui deve sopravvivere per raccontare cosa è accaduto.
Voto finale: 4/5
Citazione preferita: "Strano, in qualche modo si ha sempre l'impressione di essere fortunati, che una qualche circostanza, magari infinitesima, ci trattenga sull'orlo della disperazione e ci conceda di vivere."

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