Recensione! Il cacciatore di aquiloni, K. Hosseini

Avete presente quando volete finire un libro ma non volete finire un libro? Ecco, il mio rapporto con questo è stato lo stesso.

Il cacciatore di aquiloni, Khaled Hosseini 
Editore: Piemme 
Anno: 2015 
Collana: #ioleggoperchè 
Trama:Si dice che il tempo guarisca ogni ferita. Ma, per Amir, il passato è una bestia dai lunghi artigli, pronta a riacciuffarlo quando meno se lo aspetta. Sono trascorsi molti anni dal giorno in cui la vita del suo amico Hassan è cambiata per sempre in un vicolo di Kabul. Quel giorno Amir ha commesso una colpa terribile. Così, quando una telefonata inattesa lo raggiunge nella sua casa di San Francisco, capisce di non avere scelta: deve tornare, per trovare il figlio di Hassan e saldare i conti con i propri errori mai espiati. Ma ad attenderlo, a Kabul, non ci sono solo i fantasmi della sua coscienza. C'è una scoperta sconvolgente, in un mondo violento e sinistro dove la bellezza è fuorilegge e gli aquiloni non volano più.
Recensione: Questo libro è stato il primo capolavoro di Hosseini. Chi segue questo blog almeno dall'inizio dell'anno, sa bene che ho iniziato il 2016 terminando Mille splendidi soli, che ho amato ed è direttamente entrato a far parte della lista dei miei libri preferiti. Leggere Il cacciatore di aquiloni era quindi d'obbligo. Questo libro tocca così tanti temi che non saprei da dove incominciare. Comincio con un breve elenco: la cultura e la società afghana prima e durante la guerra, il concetto di famiglia, il suicidio, l'immigrazione, l'amore, la burocrazia, la sterilità, il tradimento, la fiducia. Questi per me sono i temi principali ma ce ne sono che non si finisce più, di temi affrontati. Khaled Hosseini li ha affrontati in modo divino, cercando di catturare l'anima al lettore e di distruggerlo, perchè a volte i libri non servono solo a distrarti ma anche a metterti di fronte a fatti che o ignoravi perchè volevi farlo o non ne eri a conoscenza. Ho pianto tantissimo e ho acquisito molte conoscenze sull'Afghanistan, che è sempre stato uno di quei paesi a cui non ho mai pensato tanto. Mi ha scatenato un'immensa curiosità a parte il profondo dolore che questo libro può procurare. Sarà che sono estremamente emotiva ma fatico a credere che esista qualcuno che non si senta impotente nel leggere questo libro e non pianga tutte le sue lacrime. Hosseini non parla solo di un ragazzo, Amir che ha tradito la fiducia del fratellastro che non sapeva di esserlo e quindi dell'allontanamento di esso dalla famiglia, ma di una guerra e di storie di vita che potrebbero essere decisamente vere. Penso che questo romanzo si possa considerare storico per l'influenza degli eventi storici sulla vita dei personaggi e ha una bella analisi della società afghana, sia a Kabul e città limitrofe, sia nelle comunità americane. E' uno di quei libri che ti aprono gli occhi e che tutti dovrebbero leggere anche solo per sfizio personale. Ed anche questo è nella lista dei miei preferiti.
Voto finale: 5/5

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