Recensione! Marina, C. R. Zafon

Ecco la prima recensione del terzo anno di vita del blog! 
Edit: questa recensione, pubblicata in origine il 22/8/2017, è stata rivista il 5/4/23 dopo la seconda lettura!

Marina, Carlos Ruiz Zafon
Anno: 2009
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar Mondadori
Trama:
 Barcellona, fine degli anni Settanta. Óscar Drai è un giovane studente che trascorre i faticosi anni della sua adolescenza in un cupo collegio della città catalana. Colmo di quella dolorosa energia così tipica dell'età, fatta in parti uguali di sogno e insofferenza, Óscar di tanto in tanto ama allontanarsi non visto dalle soffocanti mura del convitto, per perdersi nel dedalo di vie, ville e palazzi di quartieri che trasudano a ogni angolo storia e mistero. In occasione di una di queste fughe il giovane si lascia rapire da una musica che lo porta fino alle finestre di una casa. All'interno, su un tavolo, un antico grammofono suona un'ammaliante canzone per voce e pianoforte; accanto, un vecchio orologio da taschino dal quadrante scheggiato. Óscar stesso, nel momento in cui sottrae l'oggetto e scappa, è sopraffatto da un gesto che risulta inspiegabile a lui per primo. Qualche giorno dopo però tutto gli apparirà tanto chiaro quanto splendidamente misterioso. Tornando sui suoi passi per restituire il maltolto, infatti, Óscar incontra la giovane Marina e il suo enigmatico padre, il pittore Germán. E niente per lui sarà più come prima. Il suo innato amore per il mistero si intreccerà da quel momento ai segreti inconfessabili del passato di una famiglia e di una Barcellona sempre più amata: segreti che lo spingeranno non solo alla più lunga fuga mai tentata dal detestato collegio, ma anche verso l'irrevocabile fine della sua adolescenza. Scritto prima de L'ombra del vento e Il gioco dell'angelo, romanzi che hanno consacrato Zafón come uno degli scrittori spagnoli più popolari di tutti i tempi, di essi Marina anticipa i grandi temi: gli enigmi del passato, l'amore per la conoscenza, la bellezza gotica e senza tempo di Barcellona.
Recensione: Come Zafon costruisce un mistero, non lo fa nessuno. Ovviamente, avendolo letto per la prima volta dopo aver letto altri tre libri dell'autore, ho notato che usa uno schema fisso: un protagonista che si innamora di una ragazza che pensa di non poter avere, c'è un mistero che porta morte e sofferenza, e l'ambientazione sempre a Barcellona (quest'ultimo punto cambia per quanto riguarda la Trilogia della nebbia). Forse è questo che me lo ha fatto apprezzare un po' di meno rispetto agli altri romanzi, specialmente quelli che fanno parte della saga del Cimitero di libri dimenticati, ma ciò non toglie che sia stato comunque estremamente coinvolgente. L'autore sa benissimo come catturare la curiosità del lettore e il suo modo di scrivere è meraviglioso: amo l'uso che fa delle metafore e come narra la storia, inserendo personaggi che raccontano la vicenda dal loro punto di vista, aggiungendo sempre nuovi dettagli.
Onestamente i personaggi principali, ovvero 
Óscar e Marina, non vengono descritti oltre il periodo narrato: sappiamo pochissimo della vita di Óscar all'infuori del fatto che sia in un collegio, mentre di Marina riusciamo a scoprire qualcosa che è soprattutto legato alla sua famiglia. 
La storia invece è stata incredibilmente corta per gli standard che lo scrittore ha fissato con gli ultimi romanzi, eppure davvero forte, piena di passione e quel mistero quasi terrificante, narrato in un modo a tratti molto crudo e quindi non adatto a tutti.
Mi è piaciuto ma non so attribuirgli un'etichetta, non so sotto quale genere collocarlo. Una parte di me pensa al noir, mi sto sbagliando? 
Voto finale: 4/5

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