Recensione! Nessuno sa di noi, S. Sparaco

Salve, carissimi lettori! Oggi parliamo di un libro che affronta un tema mooooooolto delicato e conosco me stessa, quindi vi avviso che potrebbe essere lunga e piena di quello che penso io anche sull'argomento trattato e non solo sul romanzo.

Nessuno sa di noi, Simona Sparaco
Anno: 2013

Casa editrice: Giunti
Trama:
 Quando Luce e Pietro si recano in ambulatorio per fare una delle ultime ecografie prima del parto, sono al settimo cielo. Pietro indossa persino il maglione portafortuna, quello tutto sfilacciato a scacchi verdi e blu delle grandi occasioni. Ci sono voluti anni per arrivare fin qui, anni di calcoli esasperanti con calendario alla mano, di ''sesso a comando'', di attese col cuore in gola smentite in un minuto. Non appena sul monitor appare il piccolo Lorenzo, però, il sorriso della ginecologa si spegne di colpo. Lorenzo è troppo ''corto''. Ha qualcosa che non va. Nessuno sa di noi è la storia di un mondo che si lacera come carta velina. E di una donna di fronte alla responsabilità di una scelta enorme. Quale è la cosa giusta quando tutte le strade portano a un vicolo cieco? Che cosa può l'amore? E quante sono le storie di luce e buio vissute dalle persone che ci passano accanto? Come le ricorderanno le lettrici della sua rubrica e le numerose donne che incontra sul web, Luce non è sola. 
Recensione: Il tema trattato da questo romanzo è l'aborto terapeutico. E' stato letteralmente un parto, leggere questo libro. mi ha messo un'angoscia pazzesca e ho trattenuto le lacrime fino alla fine. E' stato il libro più duro da leggere ma non solo per il tema in sè, che è assolutamente doloroso e per questo pesante, ma anche perchè la scrittrice ti metteva nella condizione di provare la sofferenza di Luce, la protagonista che, con il compagno, si trova ad affrontare una scelta che nessun genitore vorrebbe dover prendere. Il libro è scritto dal suo punto di vista, il che rende tutto peggio. E' una donna già di per sè complicata, o meglio, fatta a modo suo. Se lei è estroversa, aperta alle nuove esperienze e un po' ribelle e distaccata nei confronti della famiglia, Pietro è più socievole ma introverso, che ha bisogno dell'appoggio altrui. Allo stesso tempo è molto deciso ed è esattamente ciò di cui Luce ha bisogno in un momento così doloroso. Il problema è che lei non vede altro che il suo dolore, come mi pare naturale possa accadere in una situazione simile. Noi possiamo solo immaginare come si senta Pietro perchè lo vediamo con gli occhi di Luce e la cosa mi è dispiaciuta perchè penso che sarebbe stata un'ottima idea sapere cosa provano entrambi, avere due punti di vista. Ma anche così non mi lamento.
Eccetto di due cose: all'inizio Luce parla del bambino come di un trofeo e non è una cosa che ho apprezzato anche se a parlare era un personaggio che aveva dovuto faticare per rimanere incinta. Seconda cosa che non ho apprezzato: tutte quelle metafore. Alcune sono belle e danno ancora più senso a tutta la storia ma altre sono solo un giro di parole inutili.
Del resto questo libro mi ha dato tanto su cui riflettere. Prima di tutto, il fatto che in Italia l'aborto terapeutico dopo il terzo mese non è riconosciuto. A malapena viene accettato quello entro il trimestre, figurarsi se decidi di abortire perchè il tuo bambino potrebbe morire durante il parto o vivere pochi giorni o mesi, soffrendo, senza possibilità di ricevere cure che lo salvino. Assurdo, se pensate ai contributi e il supporto alle famiglie con disabili a carico ricevono a fatica e alle spese che devono sostenere.
Non ero affatto a conoscenza del tipo di malattia che affligge il piccolo che aspettano Luce e Pietro quindi ho avuto modo di scoprire anche quest'altra parte crudele della vita.
Un'altra cosa che fa riflettere è appunto la chiusura mentale riguardo a queste situazioni. Non penso che i genitori siano felici di decidere di non portare avanti la gravidanza, specie se tanto desiderata. Ma onestamente non mi stupisce il continuo giudicare delle persone estranee ai fatti.
Ho iniziato a fare ricerche sui diritti delle madri a cui viene effettuata un'interruzione volontaria di gravidanza e ho scoperto a) che il forum di cui parla Luce è un enorme forum per donne che ha un nome diverso ma è facilmente individuabile e b) che in realtà c'è un errore sul fatto che le lavoratrici dipendenti non abbiano diritto ad un periodo di malattia dopo un aborto terapeutico in quanto, la legge prevede un massimo di 180 giorni di malattia a patto che venga presentato un certificato medico.
Insomma, questo libro ha saputo distruggermi perchè è davvero struggente ma allo stesso tempo mi ha dato modo di riflettere e di pensare, in continuazione a dire il vero, a cosa farei io, a cosa sia peggio: se tenere in vita un bambino che è destinato a soffrire e a morire presto o se evitare di averlo. E' una decisione impossibile eppure tantissime famiglie sono costrette a scegliere.
Quindi, se state cercando un libro che debba farvi riflettere, prendete questo. E lasciatevelo dire da una che ha aspettato tipo nove mesi per leggerlo, ne vale la pena.
Voto finale: 5/5

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