Recensione! L'arte di ascoltare i battiti del cuore, J. Sendker

Nuova recensione, nuovo libro. Sembra che mi stia riprendendo da quello strano e pesante momento passato negli scorsi mesi. Da qualche parte bisogna pure ricominciare no?

L'arte di ascoltare i battiti del cuore, Jan-Philipp Sendker
Anno dell'edizione: 2012
Casa editrice: Neri Pozza Editore
Collana: Beat
Trama: A Kalaw, una tranquilla città annidata tra le montagne birmane, vi è una piccola casa da tè dall'aspetto modesto, che un ricco viaggiatore occidentale non esiterebbe a giudicare miserabile. Il caldo poi è soffocante, così come gli sguardi degli avventori che scrutano ogni volto a loro poco familiare con fare indagatorio. Julia Win, giovane newyorchese appena sbarcata a Kalaw, se ne tornerebbe volentieri in America, se un compito ineludibile non la trattenesse lì, in quella piccola sala da tè birmana. Suo padre è scomparso. La polizia ha fatto le sue indagini e tratto le sue conclusioni. Tin Win, arrivato negli Stati Uniti dalla Birmania con un visto concesso per motivi di studio nel 1942, diventato cittadino americano nel 1959 e poi avvocato newyorchese di grido... un uomo sicuramente dalla doppia vita se le sue tracce si perdono nella capitale del vizio, a Bangkok. L'atroce sospetto che una simile ricostruzione della vita di suo padre potesse in qualche modo corrispondere al vero si è fatto strada nella mente e nel cuore di Julia fino al giorno in cui sua madre, riordinando la soffitta, non ha trovato una lettera di suo padre. La lettera era indirizzata a una certa Mi Mi residente a Kalaw, in Birmania, e cominciava con queste struggenti parole: "Mia amata Mi Mi, sono passati cinquemilaottocentosessantaquattro giorni da quando ho sentito battere il tuo cuore per l'ultima volta".
Recensione: Questo è il primo dei due libri che compongono l'omonima duologia.
Per quasi un terzo del libro, ottantacinque pagine circa, ho pensato che lo avrei abbandonato. Non capivo cosa voleva fare l'autore. A volte cambiava l'ordine di narrazione, il punto di vista e sembrava una storia raccontata tanto per fare qualcosa. Poi è arrivato il punto in cui U Ba, colui che narra la storia a Julia, narra dell'incontro di Tim Win e Mi Mi e mi sono innamorata. Tim Win a quel punto aveva un problema fisico e così anche Mi Mi e ho capito che l'autore voleva dirci una cosa sola: l'amore non è mai un ostacolo bensì un modo per evitarli, gli ostacoli. Che non esiste altra forza a parte quella dell'amore, per poter sopravvivere a qualsiasi cosa. certo è un concetto molto romantico, forse troppo per una persona come me, ma ho amato come Tim e Mi Mi si completassero a vicenda nonostante i loro problemi. Mi ha ricordato un verso di Safety Pin dei 5 seconds of summer (eh sì, cari amici che sapete che sono ossessionata da questa band e leggete il mio blog: li cito anche nelle recensioni), "Broken boy meets broken girl". E' decisamente una storia triste, fatta però di amore, forza, coraggio e volontà. I punti di vista della narrazione sono diversi: a volte parla Jolia, a volte U Ba racconta, a volte sappiamo cosa pensava Tim o cosa pensava Mi Mi, a volte sappiamo ciò che provavano quelli intorno a loro.
Julia non mi ha fatto impazzire come personaggio infatti era principalmente sua la colpa del mio mancato attaccamento al libro, inizialmente. Lei era così fredda e cinica, così piena di rabbia. Comprensibile se tuo padre se n'è andato senza lasciare tracce quattro anni prima dell'inizio di quest'avventura però era fastidiosa. U Ba invece mi è piaciuto come tutti i personaggi positivi di questa storia.
Lo stile dell'autore è molto sciolto, sembrava che stesse raccontando una favola ad un bambino ed erano presenti molte metafore e spunti di riflessione preziosissimi su svariati argomenti.
In generale, il racconto in sè è stato molto bello ma in certe parti ci sono state delle mancanze.
Voto finale 4/5

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