Recensione! Il suono del mondo a memoria, G. Bevilacqua

Ciao a tutti! Oggi vi recensisco qualcosa che per me è totalmente nuovo: una graphic novel! In più, è di un autore italiano!
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Il suono del mondo a memoria, Giacomo Bevilacqua
Anno: 2016
Casa editrice: Bao
Trama (Da goodreads): Sam sta scrivendo un articolo. Una cosa complessa, che comporta che lui vada a vivere per due mesi a Manhattan e non parli assolutamente con nessuno. Ce la farà? In un certo senso sì, ma con le cose che Sam non ha previsto ci si potrebbe scrivere un libro. Giacomo Bevilacqua l’ha fatto, e l’ha disegnato, e poi l’ha colorato così magnificamente da restituire la luce di New York in modo magnifico e quasi commovente.
Meno saprete di questo libro fino al momento di immergervi nella lettura, più ve ne innamorerete. E poi direte questa stessa cosa alle persone cui lo regalerete. Fidatevi.
Se guardi e non riesci a vedere,
forse il problema è che in realtà
non stai ascoltando te stesso.
Succede, quando si è convinti di conoscere il suono del mondo a memoria.
Recensione: Questa è la mia prima graphic novel quindi non ho nessun altro libro di questo tipo a cui fare riferimento ed eventualmente a cui paragonarlo. 
La cosa che mi ha affascinato e convinto a comprare questo libro è stata la copertina ma anche il titolo ha giocato la sua parte. In ogni caso, ho avuto modo di sfogliarlo una volta, prima di comprarlo e le tavole erano affascinanti. I colori sono stati probabilmente aggiunti a computer mentre il disegno sembra fatto, se non a mano libera, sicuramente con la tavoletta da illustrazioni (ha un nome tecnico? Non so se lo saprò mai). Non avendo mai letto una graphic novel ero un po' tormentata dal fatto che prima leggessi le didascalie e i fumetti e poi mi soffermassi sulle immagini che sono davvero fantastiche. C'è un punto in cui Sam, il protagonista, viene ritratto mentre fugge e la vignetta mi dava davvero la sensazione di movimento, come se stessi guardando un cortometraggio e non leggendo una graphic novel (posso usare il verbo "leggere" per le graphic novel? Boh.).
La storia è interessante: Sam parte alla ricerca di se stesso dopo un brutto evento della sua vita e ne approfitta per creare un articolo in cui lui parla della sua sfida: stare per due mesi a Manhattan senza parlare con nessuno. L'unico modo di dialogare sono i biglietti per ordinare il pranzo o cose simili. Lui esce sempre con le sue cuffie sulla testa, la macchina fotografica e continua ad imprimere immagini su immagini, nella sua testa e sulla memoria della macchina. Vive nel suo mondo di numeri e regole ed è un mondo davvero particolare. 

Il problema è che ci sono così tanti interrogativi lasciati in sospeso che rovinano la storia. Cos'è successo prima della sua partenza? Com'è successo? Come incontra Joan? Come continua la storia? Cosa gli è successo da bambino?
Così tanti temi importanti - la resilienza, la sordità, l'importanza delle comunicazioni - lasciati al caso. Certo, così il lettore può immaginare la sua parte della storia come più gli piace ma a me sono rimasti davvero troppi dubbi.
So solo che rimarrà per sempre il primo libro di un genere a me sconosciuto e che ho intenzione di approfondire assolutamente.
In effetti la mia domanda è: perchè nelle università con corsi riguardanti l'arte, il fumetto non viene incluso? Ma questa è una domanda che una studentessa qualsiasi di Beni culturali può porsi (senza ovviamente ricevere una risposta). 

Voto finale:3,5/5

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