Recensione! Io sono Malala, M. Yousafzai & C. Lamb
Carissimi, dopo una lunga attesa La Mente Affilata è qui. Come potete dedurre dal titolo, la nuova recensione è su un'autobiografia, più precisamente sulla biografia del premio Nobel per la pace Malala Yousafzai. Quando recensisco un'autobiografia, non giudico mai la vita dell'autore bensì com'è scritto il libro ed eventualmente cosa mi ha dato la sua storia.
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Io sono Malala, Malala Yousafzai e Christina Lamb
Anno: 2013
Casa editrice: Garzanti
Collana: Saggi
Trama: Valle dello Swat, Pakistan, 9 ottobre 2012, ore dodici. La scuola è finita, e Malala insieme alle sue compagne è sul vecchio bus che la riporta a casa. All'improvviso un uomo sale a bordo e spara tre proiettili, colpendola in pieno volto e lasciandola in fin di vita. Malala ha appena quindici anni, ma per i talebani è colpevole di aver gridato al mondo sin da piccola il suo desiderio di leggere e studiare. Per questo deve morire. Ma Malala non muore: la sua guarigione miracolosa sarà l'inizio di un viaggio straordinario dalla remota valle in cui è nata fino all'assemblea generale delle Nazioni Unite. Oggi Malala è il simbolo universale delle donne che combattono per il diritto alla cultura e al sapere, ed è stata la più giovane candidata di sempre al Premio Nobel per la Pace. Questo libro è la storia vera e avvincente come un romanzo della sua vita coraggiosa, un inno alla tolleranza e al diritto all'educazione di tutti i bambini, il racconto appassionato di una voce capace di cambiare il mondo.
Recensione: Come ben sapete, Malala ha vinto il premio Nobel per la pace dopo essere stata vittima di una sparatoria per via della sua attività per i diritti civili. E' difficile specificare per cosa lotta con delle etichette perchè, ovviamente si è impegnata moltissimo nel difendere il diritto delle ragazze di studiare ma, come ripete spesso, non è una lotta totalmente femminista in quanto per lei (e come darle torto d'altronde) tutti i bambini hanno diritto ad essere educati.
Questo libro è impregnato di storia geopolitica dello Swat, la parte del Pakistan di cui è originaria. Mi ha insegnato così tanto sul suo paese con questa autobiografia, ora mi sento decisamente meno ignorante anche se ho decisamente bisogno di approfondire. Suo padre è un insegnante ed è colui che l'ha spinta ad essere un'attivista. Certo, mi meraviglio che a una così giovane età lei abbia fatto così tanto e anche che suo padre stesso l'abbia esposta così ma ne vediamo i risultati: anche noi conosciamo Malala e quindi la sua storia è uscita dal Pakistan e con lei anche la sua lotta.
Il libro è scritto davvero bene, illustra la storia del paese, la storia della sua famiglia, la sua e il suo punto di vista su davvero tante cose.
Mi ha ulteriormente fatto riflettere sul fatto che noi, da studenti, crediamo che studiare sia un obbligo, non ci rendiamo conto di quanto sia importante farlo per il nostro futuro e per gli altri. Perché d'altronde, più uno conosce, più potrebbe essere propenso ad utilizzare quelle conoscenze per qualcosa di positivo (anche se vediamo che non sempre va così).
Da parte mia so che se mi togliessero lo studio, i libri, mi toglierebbero tutto. Sarà che sono curiosa e devo sempre saperne di più ma sono davvero convinta dell'importanza della scuola. Certo, vediamo che qui in Italia (io parlo per l'unico paese in cui io abbia mai studiato) le cose non vanno sempre bene ma possiamo fare in modo di cercare di migliorare, no?
Mi sono sentita molto vicina a Malala, leggendo la sua autobiografia ma allo stesso tempo mi sono sentita un po' stupida, in un certo senso perché lei ha fatto così tanto per la sua causa e io non ho mai lottato così tanto per qualcosa che riguardi non solo me, ma anche gli altri. Ma questo è solo un pensiero mio personale che trovo comunque giusto condividere con voi.
L'unico problema che ho avuto leggendo questo libro è che è capitato proprio durante il trasloco e quindi ho avuto decisamente poco tempo per leggere. Insomma, in poche parole, che vi piaccia la figura di Malala o no, LEGGETELO.
Voto finale:5/5
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Io sono Malala, Malala Yousafzai e Christina LambAnno: 2013
Casa editrice: Garzanti
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Trama: Valle dello Swat, Pakistan, 9 ottobre 2012, ore dodici. La scuola è finita, e Malala insieme alle sue compagne è sul vecchio bus che la riporta a casa. All'improvviso un uomo sale a bordo e spara tre proiettili, colpendola in pieno volto e lasciandola in fin di vita. Malala ha appena quindici anni, ma per i talebani è colpevole di aver gridato al mondo sin da piccola il suo desiderio di leggere e studiare. Per questo deve morire. Ma Malala non muore: la sua guarigione miracolosa sarà l'inizio di un viaggio straordinario dalla remota valle in cui è nata fino all'assemblea generale delle Nazioni Unite. Oggi Malala è il simbolo universale delle donne che combattono per il diritto alla cultura e al sapere, ed è stata la più giovane candidata di sempre al Premio Nobel per la Pace. Questo libro è la storia vera e avvincente come un romanzo della sua vita coraggiosa, un inno alla tolleranza e al diritto all'educazione di tutti i bambini, il racconto appassionato di una voce capace di cambiare il mondo.
Recensione: Come ben sapete, Malala ha vinto il premio Nobel per la pace dopo essere stata vittima di una sparatoria per via della sua attività per i diritti civili. E' difficile specificare per cosa lotta con delle etichette perchè, ovviamente si è impegnata moltissimo nel difendere il diritto delle ragazze di studiare ma, come ripete spesso, non è una lotta totalmente femminista in quanto per lei (e come darle torto d'altronde) tutti i bambini hanno diritto ad essere educati.
Questo libro è impregnato di storia geopolitica dello Swat, la parte del Pakistan di cui è originaria. Mi ha insegnato così tanto sul suo paese con questa autobiografia, ora mi sento decisamente meno ignorante anche se ho decisamente bisogno di approfondire. Suo padre è un insegnante ed è colui che l'ha spinta ad essere un'attivista. Certo, mi meraviglio che a una così giovane età lei abbia fatto così tanto e anche che suo padre stesso l'abbia esposta così ma ne vediamo i risultati: anche noi conosciamo Malala e quindi la sua storia è uscita dal Pakistan e con lei anche la sua lotta.
Il libro è scritto davvero bene, illustra la storia del paese, la storia della sua famiglia, la sua e il suo punto di vista su davvero tante cose.
Mi ha ulteriormente fatto riflettere sul fatto che noi, da studenti, crediamo che studiare sia un obbligo, non ci rendiamo conto di quanto sia importante farlo per il nostro futuro e per gli altri. Perché d'altronde, più uno conosce, più potrebbe essere propenso ad utilizzare quelle conoscenze per qualcosa di positivo (anche se vediamo che non sempre va così).
Da parte mia so che se mi togliessero lo studio, i libri, mi toglierebbero tutto. Sarà che sono curiosa e devo sempre saperne di più ma sono davvero convinta dell'importanza della scuola. Certo, vediamo che qui in Italia (io parlo per l'unico paese in cui io abbia mai studiato) le cose non vanno sempre bene ma possiamo fare in modo di cercare di migliorare, no?
Mi sono sentita molto vicina a Malala, leggendo la sua autobiografia ma allo stesso tempo mi sono sentita un po' stupida, in un certo senso perché lei ha fatto così tanto per la sua causa e io non ho mai lottato così tanto per qualcosa che riguardi non solo me, ma anche gli altri. Ma questo è solo un pensiero mio personale che trovo comunque giusto condividere con voi.
L'unico problema che ho avuto leggendo questo libro è che è capitato proprio durante il trasloco e quindi ho avuto decisamente poco tempo per leggere. Insomma, in poche parole, che vi piaccia la figura di Malala o no, LEGGETELO.
Voto finale:5/5
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