Recensione! Chiamami col tuo nome, A. Aciman

Finalmente una nuova recensione! Ho tante cose da dire su questo libro ma forse non saranno quelle che vi aspettate.
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Buona lettura!

Chiamami col tuo nome, Andrè Aciman
Casa editrice: Guanda
Anno di pubblicazione: 2007
Anno dell'edizione: 2018
Trama: Vent’anni fa, un’estate in Riviera, una di quelle estati che segnano la vita per sempre. Elio ha diciassette anni, e per lui sono appena iniziate le vacanze nella splendida villa di famiglia nel Ponente ligure. Figlio di un professore universitario, musicista sensibile, decisamente colto per la sua età, il ragazzo aspetta come ogni anno «l’ospite dell’estate, l’ennesima scocciatura»: uno studente in arrivo da New York per lavorare alla sua tesi di post dottorato. Ma Oliver, il giovane americano, conquista tutti con la sua bellezza e i modi disinvolti. Anche Elio ne è irretito. I due condividono, oltre alle origini ebraiche, molte passioni: discutono di film, libri, fanno lunghe passeggiate e nuotate. E tra loro nasce un desiderio inesorabile quanto inatteso, vissuto fino in fondo, dalla sofferenza all’estasi.
Chiamami col tuo nome è la storia di un paradiso scoperto e già perduto, una meditazione proustiana sul tempo e sul desiderio, una domanda che resta aperta finché Elio e Oliver si ritroveranno un giorno a confessare a se stessi che «questa cosa che quasi non fu mai ancora ci tenta».
Recensione: Come ben sapete questo libro è stato trasformato in un famosissimo film, uscito all'inizio dell'anno. Il mio amico Jo - di cui mi fido ciecamente perché metà della musica che amo ora, me l'ha fatta conoscere lui - me ne ha parlato benissimo, di questo film che desideravo vedere ma che non ho visto, poi sua sorella gli ha regalato il libro e nel frattempo lo ha letto pure la mia carissima amica Lara (che è la ragazza che mi ha fatto conoscere il Festival Letteratura di Mantova di cui trovate il programma sul sito ufficiale, ma soprattutto una persona meravigliosa che mi convince sempre a comprare libri tipo L'universo nei tuoi occhi e che condivide tanto disagio e trash con me).
Insomma, questa lunga introduzione in cui vi presento i miei amici serve a farvi capire che mi ero creata grandissime aspettative su questo libro e, quando l'ho trovato nello scaffale degli usati mai sfogliati di Libraccio a Verona, in via Roma, ho dovuto comprarlo, senza neanche leggere il prezzo.
Per dirla con il titolo di una commedia di Shakespeare, molto rumore per nulla.
Oddio, proprio per nulla no ma queste grandi aspettative, si sono ridotte notevolmente durante la lettura di queste lunghissime 271 pagine.
Prima di partire vi avviso di una cosa: le prime 150 pagine sono piene di accenni al desiderio carnale e quindi sono presenti brani che potrebbero urtare la vostra sensibilità. Se non vi sentite a vostro agio a leggere di atti sessuali (niente di potenzialmente illegale come accenni a stupro o cose simili, tranquilli), questo libro non fa per voi. Onestamente a me non ha dato fastidio, l'autore non è così volgare anche se è stato decisamente il romanzo più esplicito che abbia mai letto (e la famosa scena della pesca mi ha fatto realizzare che è un bene che io sia allergica a tutte le pesche tranne alle nettarine pasta gialla perché almeno non rivedrò nella mia mente i passaggi riguardanti quella scena e che non sono sicura di volere figli maschi).
Allora, entriamo nei dettagli: Elio ha diciassette anni ed è praticamente ossessionato da Oliver e questa cosa mi ha fatta dare di matto perché lui passa tre quarti del loro tempo a farsi film mentali da oscar e a tergiversare. Si perde in queste riflessioni ultra-filosofiche su questa relazione impossibile ed è di una noia incredibile ma soprattutto non sembra amore ma un'ossessione, quasi un disturbo. Però sarò onesta: ho avuto diciassette anni anche io, ed ahimè ero innamorata anche io di un essere impossibile com'è Oliver per lui quindi ho capito in parte come si sente Elio in quelle sei settimane ed è probabilmente anche uno dei motivi per cui ho odiato la sua relazione con Oliver. Cioè, di sicuro certe cose ci segnano e ci aiutano a scoprirci ma sono il male.
La cosa buona di questi film mentali che si fa e del punto di vista che abbiamo con la narrazione, è che scopriamo proprio Elio come essere umano, cioè quello che pensa, i suoi desideri, ciò che è e ciò che diventa. Il tutto mentre lo scopre anche lui ed è meraviglioso.
Oliver è un personaggio orribile, in confronto. Ambiguo, doppiogiochista, sfacciato, un'altra parola con la s che mi sono ripromessa di non scrivere mai sul mio blog e tante altre cose negative.
Però Elio lo ama e questo lo segna a vita perché il primo amore è così, no?
Lo stile di questo autore è pessimo, o almeno lo è per me: i dialoghi sono pochissimi, brevi mentre i disperati sproloqui di Elio sono interminabili e pieni di metafore o troppi accenni filosofici che non sopporto affatto.
Il tempo di narrazione è lentissimo per le prime 234 pagine (in cui si parla di sei settimane, roba che manco in Fallen accade, a momenti), poi passano gli anni e neanche te ne accorgi perché non fai in tempo, va tutto super veloce.
Di cose positive ci sono solo il fatto che abbiamo modo di vedere il personaggio principale che cresce e riesce a scoprirsi in poco tempo e i posti bellissimi di cui parla. Del resto, in questa storia onestamente salvo molto poco. Cioè carina ma ho preferito tantissime altre cose.
Voto finale: 3/5
Se ho distrutto i vostri sentimenti e le vostre aspettative, mi scuso di cuore. Dovete sempre tenere presente che questa è la mia opinione e non è la verità assoluta. Baci, D. 

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