Recensione! Il buio oltre la siepe, H. Lee

Dopo una vita intera passata nell'ignoranza, ho finalmente letto uno dei libri più famosi della letteratura americana.
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Il buio oltre la siepe, Harper Lee
Anno di pubblicazione: 1960
Anno dell'edizione: 2017
Casa editrice: Feltrinelli
Collana: universale economica Feltrinelli
Trama: In una cittadina del "profondo" Sud degli Stati Uniti l'onesto avvocato Atticus Finch è incaricato della difesa d'ufficio di un "negro" accusato di violenza carnale; riuscirà a dimostrarne l'innocenza, ma l'uomo sarà ugualmente condannato a morte. La vicenda, che è solo l'episodio centrale del romanzo, è raccontata dalla piccola Scout, la figlia di Atticus, un Huckleberry in gonnella, che scandalizza le signore con un linguaggio non proprio ortodosso, testimone e protagonista di fatti che nella loro atrocità e violenza non riescono mai a essere più grandi di lei. Nel suo raccontare lieve e veloce, ironico e pietoso, rivive il mondo dell'infanzia che è un po' di tutti noi, con i suoi miti, le sue emozioni, le sue scoperte, in pagine di grande rigore stilistico e condotte con bravura eccezionale.
Recensione: Se seguite il blog da un po', saprete certamente che ho un serio problema con i classici. Nel senso che nessuno mi colpisce mai davvero nel profondo, eccetto Il ritratto di Dorian Gray. Poi ho letto questo libro che è un classico contemporaneo e tutto è cambiato. Ho amato questo libro, ve lo dico senza troppi preamboli. La storia sembra leggera e la narrazione non è mai pesante. Scout è una bambina adorabile e leggere la storia dal suo punto di vista è stato bellissimo anche se anche dal punto di vista di Jem o di Atticus sarebbe stata bella ugualmente.
il fatto che sia dal punto di vista di una bambina però colpisce di più perchè si nota assolutamente l'effetto che ha la discriminazione e il comportamento maligno degli adulti sui bambini.
Atticus è a parer mio uno dei migliori padri che possiate trovare in un libro, con il suo ottimismo e la sua fiducia nei confronti del genere umano, nonostante abbia due figli che ne pensano una e ne fanno dieci e un incarico abbastanza pesante ovvero quello di difendere un uomo di colore dalle accuse di una ragazza bianca, negli anni trenta/inizio quaranta. Un po' mi ha ricordato The help che però è ambientato negli anni sessanta.
Mi è piaciuto leggere di come si viveva in una cittadina qualsiasi dell'America in quel periodo e di come si comportava la gente: i pregiudizi, il modo in cui i ragazzi venivano cresciuti, il modo in cui si pensava ci si dovesse comportare.
Nell'ultima parte la narrazione diventa più veloce ma in generale è sempre stata scandita da eventi che per Scout erano evidentemente importanti quindi non risulta troppo lenta se non in certi punti in cui penso l'autrice abbia fatto la scelta di soffermarsi di più su qualche episodio non tanto per distrarre il lettore come potrebbe sembrare, ma per mostrarci uno scorcio più ampio della vita dei Finch a Maycomb.
Lo stile dell'autrice mi è piaciuto, mi ha fatto piacere ritrovare termini che nella lingua di tutti i giorni non si sentono più tanto come probabilmente ai tempi della prima traduzione.
Quando ho voltato l'ultima pagina ci sono rimasta malissimo perchè non mi ero accorta che fosse arrivata la fine. Non mi capita quasi mai perchè raramente mi perdo tanto in un libro da non accorgermi che è giunta la fine, anche perchè l'autore di solito te lo fa intuire mentre questa volta è stato un po' inaspettato.
Se non lo avete ancora letto, non so cosa stiate aspettando a farlo.
Voto finale: 5/5

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