Recensione! Storia di una ladra di libri, M. Zusak

Prima recensione del 2019. Ed è su di un libro enorme, 562 pagine per l'esattezza e scritto da un autore australiano (mi capita raramente di leggere libri scritti da autori australiani, per questo lo specifico).

Storia di una ladra di libri, Markus Zusak

Titolo originale: The book thief
Anno: 2014
Casa editrice: Frassinelli
Trama: È il 1939 nella Germania nazista. Tutto il Paese è col fiato sospeso. La Morte non ha mai avuto tanto da fare, ed è solo l'inizio.
Il giorno del funerale del suo fratellino, Liesel Meminger raccoglie un oggetto seminascosto nella neve, qualcosa di sconosciuto e confortante al tempo stesso, un libriccino abbandonato lì, forse, o dimenticato dai custodi del minuscolo cimitero. Liesel non ci pensa due volte, le pare un segno, la prova tangibile di un ricordo per il futuro: lo ruba e lo porta con sé. Così comincia la storia di una piccola ladra, la storia d'amore di Liesel con i libri e con le parole, che per lei diventano un talismano contro l'orrore che la circonda. Grazie al padre adottivo impara a leggere e ben presto si fa più esperta e temeraria: prima strappa i libri ai roghi nazisti perché «ai tedeschi piaceva bruciare cose. Negozi, sinagoghe, case e libri», poi li sottrae dalla biblioteca della moglie del sindaco, e interviene tutte le volte che ce n'è uno in pericolo. Lei li salva, come farebbe con qualsiasi creatura. Ma i tempi si fanno sempre più difficili. Quando la famiglia adottiva di Liesel nasconde un ebreo in cantina, il mondo della ragazzina all'improvviso diventa più piccolo. E, al contempo, più vasto.
Recensione: Prima di iniziare con la recensione vera e propria, ci tengo a sottolineare che il titolo della prima edizione era "La bambina che salvava i libri" ma, grazie al cielo, è uscito il film e hanno tradotto il titolo in modo più aderente all'originale.
Di questo libro devo dire tanto cercando di non fare spoiler. La prima cosa è che avevo già visto il film quindi sapevo di cosa parlava. La seconda è che il film è molto fedele al libro quindi sapevo come finiva. E non volevo finirlo proprio per questo.
La prima cosa che noterete leggendo questo libro è che la Morte è la narratrice (cosa che ho trovato estremamente originale). La seconda è che il libro è diviso in capitoli minuscoli, divisi in paragrafi, alcuni dei quali dedicati completamente ai pensieri della Morte (che è una spoileratrice accanita).
La struttura mi è piaciuta molto perché ha reso la lettura un po' più leggera. Essendo comunque un bel librone, questa suddivisione non ti fa pesare la lettura a lungo andare. E adoravo i pensieri della Morte perché a) se presenta un personaggio sai sempre come finisce la sua storia e b) alcune erano spiegazioni dei termini in tedesco, che purtroppo non ricordo più dato che ho studiato questa lingua solo alle medie.
Mi sono affezionata a tutti i personaggi, a uno in particolare, ma non vi dico chi è perché poi muore e sarebbe spoiler. Il problema è che io sapevo della sua morte e questo ha condizionato la mia lettura perché volevo assolutamente leggere il libro ma evitare di soffrire di nuovo per quel personaggio.
Mi è piaciuta l'ambientazione in una piccola cittadina (ispirata a una esistente) e la narrazione della vita di Liesel dopo l'adozione. Mi è piaciuto il suo amore verso le parole, la curiosità che dimostra, il rapporto con gli altri personaggi.
Onestamente non so davvero trovarvi dei difetti se non nella formattazione del testo nell'edizione con la copertina flessibile perché alcune pagine erano formattate in modo diverso (in pratica la distanza tra una riga e l'altra cambiava) ma è proprio una di quelle cose che riconoscono gli appassionati/aspiranti editor come me.
Voto finale: 5/5 (solo perché non posso darne di più)

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