Recensione! Avevano spento anche la luna, R. Sepetys

Ho letto questo libro dopo otto anni da quando l'ho aggiunto alla lista dei desideri. Tutti i libri che ho letto molto tempo dopo averli aggiunti alla lista, mi hanno delusa o non soddisfatta completamente. Questo no. E' la solita eccezione che deve sempre esserci.


Avevano spento anche la luna, Ruta Sepetys
Tradotto da: Roberta Scarabelli
Anno: 2011
Casa editrice: Garzanti
Trama: Lina ha appena compiuto quindici anni quando scopre che basta una notte, una sola, per cambiare il corso di tutta una vita. Quando arrivano quegli uomini e la costringono ad abbandonare tutto. E a ricordarle chi è, chi era, le rimangono soltanto una camicia da notte, qualche disegno e la sua innocenza. È il 14 giugno del 1941 quando la polizia sovietica irrompe con violenza in casa sua, in Lituania. Lina, figlia del rettore dell’università, è sulla lista nera, insieme a molti altri scrittori, professori, dottori e alle loro famiglie. Sono colpevoli di un solo reato, quello di esistere. Insieme alla madre e al fratellino viene ammassata con centinaia di persone su un treno e inizia un viaggio senza ritorno tra le steppe russe. Settimane di fame e di sete. Fino all’arrivo in Siberia, in un campo di lavoro dove tutto è grigio, dove regna il buio, dove il freddo uccide sussurrando. E dove non resta niente, se non la polvere della terra che i deportati sono costretti a scavare, giorno dopo giorno.
Recensione: Magari mi sbaglio, ma penso che molti di voi non sappiano di questo lato della storia dell'Unione Sovietica. E con questo intendo dire che probabilmente non molti sanno delle deportazioni di Lettoni, Estoni e Lituani (ma anche Finlandesi, se non sbaglio) nei campi di lavoro del periodo di regime di Stalin. Io sapevo dell'esistenza dei gulag, non sapevo come fossero andate le cose. Pensavo che questo fosse un libro come un altro sulla Seconda Guerra Mondiale. Avevo rimosso l'ambientazione, che la trama rivela. Quando l'ho letto mi sono trovata a scoprire di un altro evento terribile avvenuto nello stesso periodo dell'Olocausto. Ci sono un sacco di cose che non sappiamo e, solo perchè uno è appassionato di una disciplina, non significa che sappia tutto. 
Fortunatamente anche i romanzi insegnano qualcosa. Questo mi ha insegnato che le persone che hanno sofferto in quel periodo, sono molte di più rispetto a quelle di cui sapevo. Ruta Sepetys ha fatto un'ottima ricostruzione, si vede che si è dedicata molto alla ricerca sull'argomento (con fatica, come succede quando si fanno ricerche su questi eventi). Immagino che ci tenesse dato che i suoi genitori sono scappati dalla Lituania, in quel periodo. E si nota tanto. 
I capitoli sono brevi, mi è piaciuto il modo in cui scrive e descrive persone, posti e il tempo. Mi è piaciuto avete Lina come narratrice, una giovane e promettente artista che ha una grande forza. Avrei voluto avere più informazioni sui vari personaggi secondari ma questa è una mia curiosità.
L'unico aspetto del libro che voglio criticare, è l'epilogo. Poteva essere più lungo e spiegato meglio. sono rimasta con molte domande. Probabilmente è voluto ma a me ha infastidito. Del resto non posso fare altro che lodare questo romanzo. 
Voto finale: 5/5

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