Recensione! Mio fratello rincorre i dinosauri, G. Mazzariol

Il primo libro che ho terminato a Febbraio è stata un'autobiografia scritta da un mio coetaneo. Molto strana come cosa, non ho mai letto un libro scritto da un ragazzo della mia stessa età.


Mio fratello rincorre i dinosauri, Giacomo Mazzariol
Anno: 2016
Casa editrice: Einaudi
Trama: Mi chiamo Giacomo Mazzariol, ho diciotto anni. Vivo in una cittadina del Veneto con i miei genitori, le mie sorelle Chiara e Alice e mio fratello Giovanni. Io sono il secondogenito, Giovanni è il più piccolo; ci togliamo sei anni. Ci sono alcune cose che dovete sapere, di Giovanni. Lui è uno che, se va a prendere il gelato e gli chiedono: "Cono o coppetta?", risponde: "Cono!", e se io gli faccio notare che poi il cono non lo mangia dice: "Be', neanche la coppetta la mangio!" Giovanni è uno che paga, prende il resto e lo butta via con lo scontrino. È uno che ruba il cappello a un barbone e scappa. Che ama i dinosauri e il rosso. Che va al cinema con una compagna di classe, torna a casa e annuncia che si è sposato. Che balla in mezzo alla piazza, da solo, al suono della musica di un artista di strada, e uno dopo l'altro i passanti cominciano a imitarlo: Giovanni è uno che fa ballare le piazze. Per lui il tempo è sempre venti minuti, mai più di venti minuti: se uno va in vacanza per un mese, è stato via venti minuti. Ogni giorno va in giardino e porta un fiore alle sorelle, e se è inverno e non ne trova, porta loro foglie secche. Giovanni sa essere estenuante, logorante. Giovanni ha dodici anni e un sorriso più grande dei suoi occhiali. È molto meno bravo di me in matematica, però è più simpatico. Giovanni ha un cromosoma in più.
Recensione: Da quando è stato pubblicato, questo libro ha fatto parlare tantissimo di sé. Infatti non pensavo che fosse così recente, né che l'autore fosse del mio stesso anno. Questo ha portato ad una cosa quasi inevitabile: il confronto delle nostre vite. Perché se siamo nati entrambi nel 1997, significa che quando lui aveva sette anni, li avevo anch'io; quando ne aveva 13, ne avevo tredici anch'io. Significa che i riferimenti culturali sono un qualcosa che posso capire benissimo e, credetemi, è strano, ma uno strano bello. La prima cosa che ho notato di Giacomo è la simpatia, il modo divertente in cui si esprime. Fin da subito mi hanno colpito la sua trasparenza e bravura, cosa che mi ha fatto dubitare seriamente sulla sua data di nascita. Giacomo non ha paura di raccontare le cose come stanno né di mostrare i suoi sentimenti. Nella splendida storia che ci racconta di lui, di suo fratello Giovanni e della sua famiglia, non ci sono solo le cose belle e divertenti ma anche quelle meno piacevoli. Quando non ci troviamo in una situazione, ci viene sempre da giudicare facilmente gli altri. Infatti, quando uno ha un fratello con la sindrome di Down, ci verrebbe da dire che dovrebbe essere facile per lui convivere con le difficoltà del fratello. Giacomo non ci nasconde che per un periodo non c'è riuscito. Non ci nasconde la vergogna, la rabbia, il senso di distacco. E questo è stupendo. A volte non è così facile ammettere di far fatica a fare qualcosa, forse dovremmo essere di buon esempio per gli altri facendo noi il primo passo in questa direzione. 
Giovanni è un ragazzo fantastico. Io e la nonna (perchè ho letto anche questo libro con lei) ci siamo sentite come se fosse davanti ai nostri occhi, ogni volta che faceva qualcosa come quando ha iniziato a salire sui carrellini per essere trasportato verso la mensa, o quando è scappato dalla recita scolastica o quando ha iniziato a lanciare i dinosauri fino a farne una montagna. Di sicuro il talento di Giacomo nel descriverlo ha aiutato tantissimo. 
Questo libro è stato inoltre più leggero del previsto, da affrontare. E' stato divertente, è stato doloroso, è stato brutalmente onesto. Ma soprattutto è stata un'ottima autobiografia. 
Voto finale: 5/5

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