Recensione! Delitto e Castigo. F. Dostoevskij

Lo so, alcuni di voi saranno terrorizzati all'idea di una mia recensione su un classico della letteratura russa, dopo aver letto quella di Anna Karenina ma Dostoevskij non è Tolstoy. E non dovete aver poca fiducia in me, dai.


Delitto e Castigo, Fëdor Dostoevskij

Tradotto da Vittoria Carafa de Gavardo
Anno: 1866
Anno dell'edizione: 1994
Casa editrice: Newton Compton Editori
Collana: Biblioteca economica Newton
Trama: Raskòlnikov, uno studente espulso dall'università, decide di uccidere una vecchia usuraia per dimostrare a se stesso di essere un uomo "eccezionale", al di là del bene e del male. Rimasto travolto dal proprio atto e tormentato dalla coscienza del proprio fallimento, si consegna spontaneamente alla giustizia, cedendo a quella stessa norma che credeva di poter travalicare.
Recensione: Prima di iniziare la vera e propria recensione, devo anticiparvi che ho avuto un gran problema con quest'edizione, o meglio, con il carattere usato. Purtroppo il libro è scritto molto in piccolo ed è una cosa che mi scoraggia parecchio perchè, anche se ci vedo bene da vicino, trovo molto faticoso leggere cose scritte in piccolo. Comunque sia, ho impiegato un mese per leggere questo libro più per questo motivo che per altro. 
La storia è particolare è la seguiamo soprattutto grazie al punto di vista del protagonista. Per meglio dire, l'autore ci fa proprio entrare nella sua testa facendoci leggere i suoi pensieri. Onestamente ho adorato questo particolare: mi ha fatta sentire più coinvolta e più vicina a Raskòlnikov, che è decisamente un tipo bizzarro. Ho trovato la prima metà (quella in cui accade "quel fatto", come dice l'autore, e la malattia di Ròdja) molto più lenta e faticosa da leggere, rispetto alla seconda che è invece più movimentata. Certo, le motivazioni del protagonista non mi hanno fatto davvero comprendere il perchè delle sue azioni (il delitto) ma mi è piaciuta la sua onestà. All'inizio non capivo il perchè dell'inserimento di certi personaggi ma poi, piano piano, si congiunge tutto.
Ho apprezzato molto il modo in cui l'autore ha raccontato ciò che accade, non solo al protagonista ma a tutti questi personaggi (perlopiù della stessa "classe sociale", termine che mi sento di poter usare pensando al periodo in cui è stato scritto) che, per quanto siano esagerati, sono ben costruiti. Sonja e Razumichin sono stati i miei preferiti ma non vi voglio parlare di loro, se non conoscete la storia perchè finirei col dirvi troppo. Cerco sempre di mantenere le mie recensioni libere da qualsiasi anticipazione troppo precisa, anche se si tratta di classici. Ho fatto fatica ad orientarmi tra i nomi. E' davvero assurdo capire tutti i nomi, soprannomi, vari ed eventuali, specie in una lingua che non si conosce minimamente. 
E' stato bello ritrovare la riflessione sulla salute mentale perchè dimostra quanto si stesse diffondendo la consapevolezza delle malattie psichiche. Allo stesso tempo capisco benissimo perchè questo romanzo venga considerato un classico della letteratura russa. 
Potrei leggere altro dell'autore? Certo. Lo farò presto? Non penso ma spero di poter recuperare altri titoli in futuro. 
Voto finale: 3,5/5

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