Recensione! Una famiglia quasi perfetta, J. Shemilt

Eccoci di nuovo qui a parlare di un libro! Da quant'è che non recensisco un thriller? Probabilmente da più di sei mesi, anche sette o otto! Nonostante ne abbia tanti, non mi capita spesso di leggerne. Ho finalmente recuperato questo, che è stato il romanzo di debutto di questa scrittrice però... Adesso vi racconto!

Una famiglia quasi perfetta, Jane Shemilt
Titolo originale: Daughter
Tradotto da: Daniela Di Falco
Anno: 2017
Casa editrice: Newton Compton Editori
Collana: Gli insuperabili Gold
Trama: 
Jenny è un medico, sposata con un famoso neurochirurgo e madre di tre adolescenti. Ma quando la figlia quindicenne, Naomi, non fa ritorno a casa dopo scuola, la vita perfetta che Jenny credeva di essersi costruita va in pezzi. Le autorità lanciano l’allarme e parte una campagna nazionale per cercare la ragazza, ma senza successo: Naomi è scomparsa nel nulla e la famiglia è distrutta. I mesi passano e le ipotesi peggiori – rapimento, omicidio – diventano sempre più plausibili, ma in mancanza di indizi significativi l’attenzione sul caso si affievolisce. Jenny però non si arrende. A un anno dalla sparizione della figlia, sta ancora cercando la verità, anche se ogni rivelazione, ogni tassello sembra allontanarla dalle certezze che aveva. Presto capisce che le persone di cui si fidava nascondono terribili segreti, Naomi per prima. Seguendo le flebili tracce che la ragazza ha lasciato dietro di sé, Jenny si accorgerà che sua figlia è molto diversa dalla ragazza che pensava di aver cresciuto.
Recensione: Ho diversi libri che hanno trame simili, questo è uno dei tanti in cui una ragazza scompare, aprendo la pista a una serie di segreti che emergono e distruggono una famiglia. All'inizio, essendo scritto seguendo due linee temporali diverse, mi sentivo un po' confusa perché era come essere sbattuta da una parte all'altra della storia però mi sono abituata abbastanza velocemente. Seguiamo il presente, ovvero la vita di Jenny un anno dopo la scomparsa della figlia Naomi e la sua vita poco prima, durante e subito dopo la scomparsa della ragazza. La prima metà penso sia la meglio riuscita: l'autrice riesce a costruire una narrazione capace di far provare l'angoscia di Jenny e la sua inquietudine. Però il libro prosegue evolvendosi in negativo: nessuno dei personaggi mi è piaciuto né mi sono sentita legata a loro. Ci sono troppi segreti, troppa rabbia e troppe cose non dette che fanno sembrare la storia come se non potesse avere un finale vero e proprio. Anche le relazioni tra i vari personaggi hanno dell'assurdo (e alcune sono proprio poco appropriate ma non voglio fare spoiler). Si aprono tante parentesi, con questi segreti, che non vengono mai chiuse per davvero. La parte del presente è molto introspettiva e, unita alla parte del passato, fanno sembrare la scomparsa di Naomi quasi un fatto secondario: succede di tutto in questo romanzo, eppure la parte centrale sembra il ragionamento continuo di Jenny sulla sua famiglia e sulle sue convinzioni e illusioni. Le indagini sembrano essere fatte in un modo così superficiale che sembrano inutili. Ad un certo punto mi sembrava di poter lasciare il libro perché mi sentivo come se non avessi mai potuto avere un finale degno del suo nome. 
L'epilogo va a evidenziare ancora di più quello che avevo pensato nelle ultime 120 pagine: la polizia pare non sapere come svolgere il proprio lavoro, Jenny ha un colpo di fortuna pazzesco che poteva capitare solo a lei e tutti gli altri personaggi continuano a non piacermi. In un certo senso la storia ha una conclusione, che può piacere o no, eppure la sua brevità fa apparire la storia come se fosse stata tagliata a metà. C'era ancora tantissimo da risolvere per me però non è successo.
Spero che a voi questo libro possa piacere di più. 
Voto: 2,5/5

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