Recensione! Resto qui, M. Balzano

Ho letto uno di quei libri che ha ottenuto un successo enorme in Italia, ha vinto dei premi e ne hanno parlato tutti molto bene. Ed è un libro cortissimo, secondo i miei standard. 

Resto qui, Marco Balzano
Anno: 2015
Casa editrice: Einaudi
Trama: 
Quando arriva la guerra o l'inondazione, la gente scappa. La gente, non Trina. Caparbia come il paese di confine in cui è cresciuta, sa opporsi ai fascisti che le impediscono di fare la maestra. Non ha paura di fuggire sulle montagne col marito disertore. E quando le acque della diga stanno per sommergere i campi e le case, si difende con ciò che nessuno le potrà mai togliere: le parole. L'acqua ha sommerso ogni cosa: solo la punta del campanile emerge dal lago. Sul fondale giace il mistero di Curon. Siamo in Sudtirolo, terra di confini e di lacerazioni: un posto in cui nemmeno la lingua che hai imparato da bambino è qualcosa che ti appartiene fino in fondo. Quando Mussolini mette al bando il tedesco e perfino i nomi sulle lapidi vengono cambiati, allora non resta che scegliere le parole una a una per provare a raccontare. Trina è una giovane madre che alla ferita della collettività somma la propria: invoca di continuo il nome della figlia, scomparsa senza lasciare traccia durante gli anni del fascismo. Da allora non ha mai smesso di aspettarla, di scriverle nella speranza che le parole gliela possano restituire. Finché la guerra viene a bussare alla porta di casa, e Trina segue il marito disertore sulle montagne, dove entrambi imparano a convivere con la morte. Poi il lungo dopoguerra, che non porta nessuna pace. E così, mentre il lettore segue la storia di questa famiglia e vorrebbe tendere la mano a Trina, all'improvviso si ritrova precipitato a osservare, un giorno dopo l'altro, la costruzione della diga che sommergerà le case e le strade, i dolori e le illusioni, la ribellione e la solitudine.
Recensione: Ho letto questo libro senza approfondire troppo la trama, in realtà ed è stato meglio così. Mi ha sorpresa con questa storia della vita di una donna travolta dalla Storia, da eventi che hanno condizionato, non solo un paese, una nazione, ma tantissime vite. Non avrei mai pensato di trovare un concentrato di così tante cose in un libro così piccolino. Balzano riesce a unire la storia della vita di questa ragazza - gli amori, le amicizie, il lavoro e la famiglia - con l'insediamento dei fascisti, l'imposizione di una nuova lingua e di una cultura diversa ad un popolo che ha già una sua cultura e storia, la Guerra, le vicende della diga che sommerse Curon. È davvero tantissimo di cui parlare. Però Balzano ce l'ha fatta, in modo anche superbo. Ha saputo trasmettere talmente tanto dolore che già all'inizio del libro sapevo quanto avrei sofferto. Ho sentito la rabbia di Trina, la sua indecisione, la freddezza con cui ha dovuto affrontare certi momenti, la sua solitudine, la paura, e la sua forza. Mi sembrava di conoscere i personaggi come se fossi parte di loro, come se li avessi conosciuti davvero. Non è un libro violento, lo è quello che racconta. L'essere cacciati da casa propria, prima per la forzatura della nuova lingua, poi per la Guerra, poi per la diga, esce da queste pagine sotto forma di violenza, come se il lettore fosse il diretto interessato. Gioca sicuramente un enorme ruolo il fatto che il libro sia scritto in seconda persona singolare: non mi capita quasi mai di leggere un romanzo che è indirizzato a me come se fossi un personaggio della storia che racconta. È un libro duro ma unico nel suo genere e capisco perché ha vinto tanti premi. 
Voto: 5/5

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