Recensione! Lo potevo fare anch'io, F. Bonami
Da quanto tempo non vi parlo di un saggio? Non dico neanche un saggio sull'arte come questo ma un saggio in generale. Troppo tempo, secondo me. Ma oggi recuperiamo.
Lo potevo fare anch'io: perché l'arte contemporanea è davvero arte, Francesco Bonami
Anno: 2007
Casa editrice: Mondadori
Collana: Oscar Saggi
Trama: Tutti, almeno una volta nella vita, davanti a un'opera di arte contemporanea abbiamo pensato: «Ma come! Questa non è arte! Lo potevo fare anch'io!». Eppure i critici ci assicurano che si tratta davvero di capolavori, e celebri collezionisti spendono cifre da capogiro per quadri che sembrano tele imbrattate. Che siano tutti impazziti? Francesco Bonami ci aiuta a capire cosa distingue un grande artista da uno pessimo, cosa ha fatto sì che Marcel Duchamp o Andy Warhol abbiano superato la prova del tempo. E se è senz'altro vero che nell'ultimo secolo l'arte si è evoluta al punto da essere quasi irriconoscibile, il lavoro di Bonami ci fa capire perché non è vero che potevamo farlo anche noi.
Recensione: Apprezzo molto l'arte contemporanea, fin dai tempi dell'università. Il prof di quel corso era...particolare, ecco, però le opere che ci aveva mostrato e la loro analisi mi aveva colpita. Mi sono affezionata moltissimo ad artisti come Boccioni e Cattelan (di cui questo autore ha curato una biografia che devo assolutamente recuperare). Quindi, quando un'ex compagna di corso mi ha consigliato un podcast dell'autore e io ho scoperto dell'esistenza di questo libro, ho capito che dovevo recuperarlo.
Bonami non si rivolge agli addetti ai lavori, quindi a chi ha già una formazione accademica o professionale sull'argomento ma a chi vuole sapere qualcosa in più sul perché opere così strane come quelle concepite dagli artisti contemporanei, più o meno conosciuti, siano arte. In breve: l'arte contemporanea è legata alle idee alla sua base più che alla tecnica. Ce lo dimostra prendendo tanti artisti come esempio. È un libro breve e molto concentrato ma, la cosa che più colpisce, è il linguaggio molto informale che usa l'autore. Io l'ho adorato, anche se in certi capitoli è stato proprio schietto nei confronti di alcuni artisti. Per me l'arte, così come la cultura, dev'essere di tutti. Perché dobbiamo utilizzare certi formalismi nel linguaggio che usiamo per diffondere la cultura? È una cosa che ho sempre detestato perché rende discipline come l'arte meno accessibili a tante persone.
Ovviamente il libro ha un enormissimo difetto: non c'è una singola immagine. Ho dovuto cercare alcune opere o artisti su Google. Questo è molto triste, trattandosi di un libro sull'arte però in parte comprensibile dato il suo prezzo e il formato (è un tascabile che costa 13€). Del resto sono stata d'accordo su alcune cose e meno su altre ma ho davvero apprezzato questo saggio. infatti voglio recuperare altro dell'autore!
Voto: 4/5
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