Recensione! Il conte di Montecristo, A. Dumas
Dopo giusto qualche mese (nove), sono pronta a parlarvi del Classico con la C maiuscola.
Il conte di Montecristo, Alexandre Dumas (padre)
Anno dell'edizione: 2015
Casa editrice: Einaudi
Collana: Einaudi Tascabili
Trama: È il 1815 quando Edmond Dantès, abile marinaio prossimo alla promozione a capitano, rientra in nave a Marsiglia, dove lo aspetta la promessa sposa Mercedès. La vita del giovane sembra procedere con il vento in poppa, ma la sua felicità attira le invidie di alcuni concittadini che, con una sinistra macchinazione, lo fanno arrestare con l’accusa di sostenere Napoleone (allora in esilio all’Elba e ritenuto una minaccia per il re di Francia). A causa di una serie di circostanze sfavorevoli Dantès, innocente, rimane rinchiuso nelle segrete per anni; ne uscirà come un uomo del tutto diverso, concentrato esclusivamente sul suo ingegnoso piano di vendetta.
Recensione: Quando mi sono resa conto che leggere questo romanzo poteva essere una buona cosa, era l'inizio di febbraio. Il mio primo post su threads era proprio su questo argomento! Tra mia nonna che aveva adorato la serie rai del 1966 e tutti i commenti postivi che ho ricevuto, l'ho iniziato sul mio kindle. E ho capito molte cose: prima di tutto che, sulla base della mia scarsa fiducia nei confronti dei classici (se mi seguite da un po', sapete di cosa vi sto parlando), stavo rischiando di perdermi sì, il libro più lungo che abbia mai letto, ma anche uno dei migliori romanzi mai scritti. Il modo in cui Dumas scrive è estremamente scorrevole, pregio non da poco per un librone come questo. Quello che mi rallentava erano le note sulle citazioni culturali di alto livello dell'autore, che riempivano diverse pagine da sole.
Ma la parte migliore è ovviamente la storia. Edmond Dantès mi ha conquistata fin da subito: prima, per la sua ingenuità e spontaneità, poi per la sua trasformazione. Ho voluto bene a lui, come se fosse una persona reale perché, da come ne parla Dumas, lo sembra. La sua è una storia talmente dettagliata e assurda, che non può non apparire reale. Non avendolo come narratore interno, abbiamo la possibilità di vedere anche cosa fanno i personaggi attorno a lui ed è un aspetto fantastico perché permette veramente al lettore di avere molte più informazioni. C'è stato un punto in particolare che mi ha un po' annoiata ma che ha poi avuto un senso, andando avanti nella lettura.
Alla fine, tutto il romanzo è così: accadono cose, ci si ritrova in situazioni che risultano tutte collegate tra loro. Ben pochi personaggi si sono fatti voler bene da me, durante questa lettura: la famiglia Morrel, il padre di Edmond, l'abate Faria e, in parte, anche Mercedes e Albert. Quindi, la questione della vendetta è stata ancora più piacevole. Anche perché, possiamo parlarci chiaro, in modo onesto? Amo la vendetta. Non al punto da cercarla e da esserne io l'artefice ma apprezzo quando vengo a sapere che qualcuno ha ricevuto quello che ha dato. Quindi questa storia era perfetta per me (tanto che ho ipotizzato che il conte fosse del segno dei gemelli, come la sottoscritta). Ma questa storia non è solo vendetta: è amore, inganno, legame con la famiglia, cura dell'altro, riscatto sociale...ci trovate veramente di tutto. Ed è per questo che dovreste leggerlo, anche se supera le 1200 pagine. (Se avete letto Anna Karenina,
Voto: 5/5

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