Recensione! L'uomo che metteva in ordine il mondo (Non così vicino), F. Backman
Ho letto uno di quei libri che penso siano ultra-famosi ovunque. Ma alcuni lo sono veramente per i motivi giusti.
L'uomo che metteva in ordine il mondo, Fredrik Backman
Titolo originale: A man called Ove
Tradotto da Anna Airoldi
Anno dell'edizione: 2023
Casa editrice: Mondadori
Trama: Ove ha 59 anni. Guida una Saab. La gente lo chiama "un vicino amaro come una medicina" e in effetti lui ce l'ha un po' con tutti nel quartiere: con chi parcheggia l'auto fuori dagli spazi appositi, con chi sbaglia a fare la differenziata, con la tizia che gira con i tacchi alti e un ridicolo cagnolino al guinzaglio, con il gatto spelacchiato che continua a fare la pipì davanti a casa sua. Ogni mattina alle 6.30 Ove si alza e, dopo aver controllato che i termosifoni non stiano sprecando calore, va a fare la sua ispezione nel quartiere. Ogni giorno si assicura che le regole siano rispettate. Eppure qualcosa nella sua vita sembra sfuggire all'ordine, non trovare il posto giusto. Il senso del mondo finisce per perdersi in una caotica imprevedibilità. Così Ove decide di farla finita. Ha preparato tutto nei minimi dettagli: ha chiuso l'acqua e la luce, ha pagato le bollette, ha sistemato lo sgabello... Ma anche in Svezia accadono gli imprevisti che mandano a monte i piani. In questo caso è l'arrivo di una nuova famiglia di vicini che piomba accanto a Ove e subito fa esplodere tutta la sua vita regolata. Tra cassette della posta divelte in retromarce maldestre, bambine che suonano il campanello offrendo piatti di cous cous appena fatti, ragazzini che inopportunamente decidono di affezionarsi a lui, Ove deve riconsiderare tutti i suoi progetti. E forse questa vita imperfetta, caotica, ingiusta potrebbe iniziare a sembrargli non così male...
Recensione: Avevo sentito dire che questo libro fosse straziante ma, a parte il fatto che Ove volesse farla finita - che è di per sé brutto, ovviamente - non capivo a cosa si riferissero tutti. Principalmente, il mio problema nel comprendere questa cosa è stato uno: che, nonostante la tematica del lutto e della perdita di un senso per la propria vita, il libro era divertente. Ho amato Ove fin dalle prime pagine perché, con il suo cinismo estremo, il suo essere brontolone, mi ha conquistata comunque. Per non parlare di tutte le cose assurde che accadono. Le cose più belle della sua storia sono l'amore per sua moglie Sonja e il senso di comunità che questo libro cerca di trasmettere, che sono due aspetti per me fondamentali nella vita. Parvaneh è il mio secondo personaggio preferito perché è veramente pazzesca, l'unica che sappia sia tener testa a Ove, sia essergli di aiuto.
L'unica vera critica che posso fare all'autore, anche se mi rendo conto che sia una scelta stilistica, è la ripetizione di alcune frasi nei capitoli che sì, hanno senso (soprattutto considerando il personaggio di Ove) ma sono state un po' fastidiose nei primi capitoli.
Del resto, arrivata alla fine, ho capito cosa rendesse straziante questa storia: il fatto che fosse una storia bellissima con un finale inaspettato ma completamente verosimile e coerente con la vita vera. Non potrò mai smettere di consigliarvelo. Nel frattempo cerco di recuperare gli altri di questo autore.
Voto: 5/5

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