Disperatamente abbandonati #3: i libri abbandonati nel 2016

Benvenuti ad uno dei post che meno mi piace scrivere ovvero quello dei libri che ho abbandonato. Fortunatamente posso permettermi di scrivere in questa rubrica solo una volta all'anno (almeno per questo dato che ho pensato di iniziare a scriverla l'anno scorso e ho già postato due parti che trovare qui: Parte 1 Parte 2).
Il motivo per cui odio scrivere questo post è uno: considero l'abbandonare un libro un vero e proprio fallimento ma, a volte, non ce la si può fare.

Gente di Dublino, James Joyce, 1914, Newton Compton Editori.
Trama: 15 racconti divisi nelle della vita umana (l'infanzia, l'adolescenza, la maturità, la vecchiaia, la morte) che parlano dell'Irlanda prima della guerra d'indipendenza attraverso i suoi abitanti particolari e le loro disavventure.
Motivi per cui l'ho abbandonato: 
L'ho letto per curiosità, amo l'Irlanda e leggere un libro ispirato alla vita degli abitanti della capitale mi intrigava. il problema è che, a parte Eveline, i racconti sono noiosi e a tratti incomprensibili. E per una ricerca me lo sono pure letto in inglese quindi è stato come ripassarci una seconda sopra volta e quindi abbandonarlo due volte (di troppo).

Quello che non ci siamo detti, Marc Levy, 2010, Mondolibri
Trama: 
In una New York primaverile piena di sole e di promesse, Julia Walsh si prepara a sposare il ricco e rassicurante Adam, l'uomo con il quale è placidamente fidanzata da anni. La sua unica preoccupazione è riuscire a entrare nel magnifico abito taglia 40 che Stanley, il suo migliore amico e consulente d'immagine, ha scelto per la cerimonia. Ma a pochi giorni dalla data fatidica, una telefonata dell'assistente di turno la informa che Anthony Walsh - per tutti brillante e invidiato uomo d'affari, per lei solo un padre distante e distratto - non potrà accompagnarla all'altare. Per una volta, bisogna ammetterlo, ha un'ottima scusa: è morto. Ma quando Anthony le compare inspiegabilmente davanti all'indomani del suo funerale, Julia si trova di colpo travolta da un'avventura sconcertante e meravigliosa: un viaggio nel tempo e fuori dal tempo che la costringe a incontrare davvero, per la prima volta, suo padre. A raccontargli verità fino a quel momento taciute perfino a se stessa, ad affrontare i nodi irrisolti della sua infanzia e a riscoprire la forza di un primo amore mai davvero dimenticato.
Motivi per cui l'ho abbandonato: Avevo già letto due romanzi di Marc Levy, dovevo immaginarmi che dietro al solito romanzo rosa ci fosse qualcosa di fantascientifico/paranormale. Invece no, l'ho dimenticato. I personaggi erano odiosi (soprattutto la protagonista), i dialoghi banali e la storia stessa era proprio brutta. Un robot che vive per tre giorni e che rappresenta la persona morta con cui dire le cose taciute in vita? Ma anche no, grazie. Un'idea originale ma sfruttata malissimo.

Fallen, Lauren Kate, 2010, Rizzoli
Trama: In seguito a un tragico e misterioso incidente, Lucinda è stata rinchiusa a SwordEtCross, un istituto a metà fra il collegio e il riformatorio. Nell'incidente un suo amico è morto. Lei non ricorda molto di quella terribile notte, ma la sua ricostruzione dei fatti non convince la polizia. La vita nella nuova scuola è difficile: il senso di colpa non le lascia respiro, proprio come le telecamere che registrano ogni singolo istante della sua giornata. E tutti gli altri ragazzi, con cui è più facile litigare che fare amicizia, sembrano avere alle spalle un passato spiacevole, se non spaventoso. Tutto cambia quando Luce incontra Daniel. Misterioso e altero, prima sembra far di tutto per tenerla a distanza, ma poi è lui a correre in suo aiuto, e a salvarle la vita, quando le ombre scure che Luce vede in seguito all'incidente le si stringono intorno. Luce, attratta da Daniel come una falena dalla fiamma di una candela, scava nel suo passato e scopre che standogli vicino, proprio come una falena, rischia di rimanere uccisa: perché Daniel è un angelo caduto, condannato a innamorarsi di lei ogni diciassette anni, solo per vederla morire ogni volta... Insieme, i due ragazzi sfideranno i demoni che tormentano Luce, e cercheranno la redenzione.
Motivi per cui l'ho abbandonato:
TANTI. Scherzi a parte, ho fatto una lunghissima recensione (negativa, se non lo aveste capito) e potete trovarla qui. Recensione Fallen


L'insostenibile leggerezza dell'essere, Milan Kundera, 1985, Adelphi
Trama: Questo romanzo ci racconta di Tomas, un chirurgo di fama che ha perso il lavoro, della sua compagna Tereza, una fotografa che lui ama ma questo amore non è abbastanza per fargli rinunciare alla sue amanti, tra cui Sabina, una pittrice che ha a sua volta un altro amante, il professore universitario Franz. I quattro personaggi sperimentano ognuno il proprio limite, trasportandoci in una storia passionale e cruda, che ci vuole far riflettere sull’amore e se questo possa essere davvero disinteressato; ma anche una riflessione sulla solitudine e sulla difficoltà di prendere scelte che siano davvero risolutive.
Il romanzo ci racconta dell’incomunicabilità, dell’impossibilità di capirsi e, in fondo, sull’essere se stessi e su quanto questo sia difficile.
Motivi per cui l'ho abbandonato: Il libro si apre con un pensiero filosofico non poco complicato, come tutti i pensieri filosofici sono, e quindi penso che questo abbia comunque influito sulla mia visione. Non intendo il primo capitolo e basta ma il fatto che a volte l'autore si svegliasse e decidesse di parlare di filosofia. Indovinate a chi non piace la filosofia e chi abita in una delle città del festival della filosofia? Esatto, io.
In più non la smetteva di fare avanti e indietro nel tempo, dilungandosi su cose magari inutili o tornando su cose già dette. Per non parlare della superficialità dei personaggi e di quanto irritanti fossero (forse solo Sabina si salvava ma non di certo per le descrizioni dell'autore sui suoi comportamenti). Quindi, un altro libro andato.

Ti prendo e ti porto via, Niccolò Ammaniti, 2001, Mondadori
Trama
A Ischiano Scalo il mare c'è ma non si vede. È un paesino di quattro case accanto a una laguna piena di zanzare. Il turismo lo evita perché d'estate s'infuoca come una graticola e d'inverno si gela. Questo è lo scenario nel quale si svolgono due storie d'amore tormentate. Ammaniti crea e dissolve coincidenze, è pronto a catturare gli aspetti più grotteschi e più sentimentali, più comici e inquietanti della realtà.  
Motivi per cui l'ho abbandonato: Partiamo dicendo che sono stata sufficiente furba da non leggere neanche la trama, avevo sentito parlare benissimo di questo autore, ho trovato il libro in scambio e ho detto: "Buttiamoci!"
Ma mi sono buttata molto male. A metà del libro l'autore continuava ad aggiungere personaggi, parlare di eventi ma a tralasciare o parlare molto poco dei personaggi con cui eravamo partiti. Inoltre l'ho trovato una sorta di presa in giro verso chi abita nei luoghi dimenticati da qualsiasi Creatore e altro, in quanto tutti i personaggi erano ignoranti e stupidi e il linguaggio/stile dell'autore è particolarmente irritante.

L'anatomista, Diana Lama, 2016, Newton compton editori
Trama: Su uno scoglio del lungomare di Napoli viene ritrovato il corpo nudo e mutilato di una giovane donna. Un macabro rituale che ha già fatto più di una vittima. Una squadra di profiler, guidata dallo psichiatra Tito Jacopo Durso, sta indagando sul caso ed è alla disperata ricerca di qualche indizio sull'assassino, ribattezzato dalla stampa come l'Anatomista. Alla sua équipe la polizia ha deciso di affiancare una psicologa, Artemisia Gentile, esperta nella cura di vittime di abusi e maltrattamenti. Artemisia è una donna molto speciale: il suo passato nasconde un tremendo segreto, che la rende vulnerabile ma anche estremamente intuitiva. Mentre la Squadra brancola nel buio, sarà proprio lei a scoprire sui corpi delle vittime un inquietante messaggio lasciato dall'Anatomista. Un piccolo ma determinante particolare che le accomuna tutte. E quando l'assassino sequestra altre giovani donne, continuando a perseguire il suo raccapricciante disegno, Durso decide di usare proprio lei come esca.
Motivi per cui l'ho abbandonato: Era davvero troppo pesante da leggere, non riuscivo ad andare avanti anche se i capitoli erano davvero corti e il linguaggio era semplice. Era anche un tantino inquietante quindi no, non penso faccia per me.

Grazie al cielo ci sono rimasti pochi giorni per finire questo bellissimo anno (da notare un lieve eccesso di ironia) e quindi si spera che io non mi ritrovi più ad abbandonare libri. In più voglio specificare che ognuno di loro ha poi trovato casa quindi non sono soli a piangere negli scatoloni dei libri che non trovano casa.
Buon anno e non dimenticatevi di seguirmi sui social!

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