Recensione! Raccontami di un giorno perfetto, J. Niven

Salve a tutti. Non vi aspettavate una recensione così presto vero? Ho cinque esami da preparare, ogni giorno pare che vengano a galla nuovi impegni eppure, un po' di tempo per leggere lo trovo sempre. Come? Ho pensato di parlarvene in un post, prossimamente. Ma non siamo qui per questo. Oggi parliamo di un libro che tratta di un argomento moooolto delicato. Non sarà una recensione spoiler-free, quando mai ne ho fatta una? Ma farò del mio meglio.

Raccontami di un giorno perfetto, Jennifer Niven

Anno: 2015
Editore: Deagostini
Collana: Young Adult 
Trama: È una gelida mattina di gennaio quella in cui Theodore Finch decide di salire sulla torre campanaria della scuola per capire come ci si sente a guardare di sotto. L’ultima cosa che si aspetta però è di trovare qualcun altro lassù, in bilico sul cornicione a sei piani d’altezza. Men che meno Violet Markey, una delle ragazze più popolari del liceo. Eppure Finch e Violet si somigliano più di quanto possano immaginare. Sono due anime fragili: lui lotta da anni con la depressione, lei ha visto morire la sorella in un terribile incidente d’auto. È in quel preciso istante che i due ragazzi provano per la prima volta la vertigine che li legherà nei mesi successivi. I giorni, le settimane in cui un progetto scolastico li porterà alla scoperta dei luoghi più bizzarri e sconosciuti del loro Paese e l’amicizia si trasformerà in un amore travolgente, una drammatica corsa contro il tempo. E alla fine di questa corsa, a rimanere indelebile nella memoria sarà l’incanto di una storia d’amore tra due ragazzi che stanno per diventare adulti. Quel genere d’incanto che solo le giornate perfette sono capaci di regalare.

Recensione: Non ricordo dove ma avevo letto che ricordava Colpa delle stelle per qualcosa. Essendo la recensione completa con spoiler, non sono andata avanti a leggere. Ma il sol fatto che Colpa delle stelle fosse citato doveva dirmi qualcosa. Tipo: "D. so che ti piace farti del male ma così ti farai davvero molto male, per la seconda volta di seguito." E invece no, l'ho letto comunque. E non ero neanche convinta che mi sarebbe piaciuto per diversi motivi: a) la mia booktuber preferita lo ha bocciato (Hayley in bookland, è canadese e la seguo da un anno circa), b) parla di suicidio come Tredici (recensito qui) e non mi ha fatto impazzire, c) molti hanno criticato il modo in cui l'autrice ha trattato il tema.
Ma andiamo con calma e vediamo cosa io ho pensato di questo libro.
Sulle prime ero un po' scettica ma ho detto di andare con calma e, 50 pagine alla volta, ho cambiato di brutto l'opinione. Tipo su Finch, All'inizio non lo capivo. Cioè, in realtà non l'ho capito a lungo. Problemi famigliari, bullismo e problemi psicologici a parte, non capivo perchè volesse salvare Violet ma non se stesso, i suoi modi di fare, il suo cambiare modo di apparire e non capivo cosa fosse il Grande Sonno. In realtà ho ancora dei dubbi: non sono assolutamente sicura di aver capito bene.
In ogni caso, anche se era un po' particolare, mi è piaciuto molto il fatto che lui si stesse impegnando per aiutare Violet.
Parlando di lei, mi è sembrato stupido il fatto che non guidasse nè salisse su un'auto da un anno e poi, arriva uno sconosciuto e BOOM! improvvisamente riprende. Però il suo personaggio mi è piaciuto tantissimo, mi sono sentita molto vicina a lei, forse più che a Finch.
Una cosa che non capirò mai è: ma questa gente che esce di casa a caso nel bel mezzo della notte? Ma i genitori?!
Almeno quest'ultima domanda non me la faccio solo io ma anche alcuni dei personaggi del libro. Perchè, dopo essermi fatta una cultura sullo stato dell'Indiana, aver letto citazioni letterarie che lì per lì non mi dicevano niente sul libro, l'autrice ha deciso di prendere il mio cuore e distruggerlo senza darmi troppo tempo per prepararmi psicologicamente, anche se avevo intuito che qualcosa non andava.
Molti l'hanno criticata per come ha affrontato soprattutto l'argomento dello scetticismo dei ragazzi che hanno bisogno di aiuto, nei confronti degli specialisti perchè, a mio tempo sono stata così anche io. Ci ho messo quattro anni prima di decidere di andare da una psicoterapeuta per vari motivi che non starò a elencarvi. Prima di quel momento mi chiedevo come uno sconosciuto potesse aiutarmi solo perchè aveva una laurea. E una delle cose migliori riguardo a questo mio punto di vista, è che io ho studiato al socio-economico, il che significa due anni di psicologia. Brava D., sempre coerente con te stessa.
Ma tralasciamo la mia vita e parliamo del libro: io ho apprezzato il fatto che l'autrice abbia dato peso all'assenza dei genitori, allo scetticismo dei ragazzi, al dolore da sopravvissuto, all'idea delle strutture per aiutare chi si trova in quelle situazioni, all'importanza che hanno le parole e l'atteggiamento che gli altri hanno nei nostri confronti. Ovvio ,si poteva fare meglio e certe parti le ho trovate anche troppo smielate ma, nel complesso è stato un gran bel libro che mi ha fatto soffrire un sacco ma anche pensare e riflettere.
Voto finale: 4/5

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